1. La Caduta, atto undicesimo. Di Nimandeo Feral e Serena Prima


    Data: 26/01/2023, Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici, Etero Lesbo Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... parevano loro come nemici. Gli animi si scaldavano. Armi venivano puntate, lame snudate minacce e insulti volavano. -FERMI!-, ordinò Serena, -Deponete le armi! SUBITO!-. Si fece silenzio, la scena si congelò. -Legionari! Avete la mia parola d’onore che non vi verrà fatto alcun male. Potrete tenere con voi le armi, ma prive di munizioni e le vostre insegne non saranno toccate.-, promise Nimandeo. Improvvisamente fu silenzio. Poi, lentamente, un legionario tolse la cella di rifrazione alla propria arma. Un secondo fece lo stesso, poi un altro. Le Viragee misero le frecce a terra. Lentamente, le forze di Serena Prima obbedirono. -Nefrem.-, chiamò Nimandeo. Un uomo dal viso rubicondo ma dai tratti decisamente stranieri avanzò, avvolto da vesti da comandante. -Fai scortare i seguaci di Serena verso Aulica Denorea, falli ospitare presso la popolazione. Ordina che siano curati e nutriti. E che nessuno osi torcere loro un capello a meno che non se lo meritino.-, ordinò l’Imperator. L’altro annuì, diramando ordini. -Serena Prima, sei pregata di seguirmi.-, disse Feral. La giovane annuì seguendolo.
    
    -I tuoi uomini sono molto diffidenti, Serena.-, disse Nimandeo. Squadrò la giovane. Era bella. Ma la sua fama parlava per lei: fiera, indomita e per nulla avvezza a essere dominata. Erano all’interno del palazzo del Praetor della vicina città di Raurica Bariorum. Il palazzo era costruito in muratura, ma arieggiato e molto decorato, sfarzoso. La stanza in cui erano mostrava arazzi appesi ...
    ... alle pareti, panoplie da guerra appartenute a capi e condottieri e busti di grandi uomini del passato, con diciture in lingue straniere che neppure Feral conosceva abbastanza da saper tradurre con sicurezza. -La loro diffidenza é comprensibile. Tu e i tuoi sembrate barbari.-, disse lei. Nimandeo sorrise, indulgendo nella contemplazione mentre un servo portava della bevanda d’orzo fermantato. Serena annusò il contenuto del boccale e non riuscì a trattenersi da una smorfia. Nimandeo non smise di sorridere, prendendo il boccale e bevendo una lunga sorsata. -Tra i popoli selvaggi vi sono usi affascinanti. Tipo questa bevanda. La chiamano Birra. Sostituisce agevolmente un pasto. Di fatto é ideale consumarla fredda e con questo tempo anche più che indicato, direi.-, spiegò. Serena guardò la bevanda, non senza tentennamenti. -È strana. Atipica. Non é… Non profuma.-, disse. -Ha un sapore più forte e robusto del vino cui sei abituata. Ti prego, bevi.-, la esortò lui. Serena prese il boccale e bevve. Tossì. Le andò di traverso. Ma riuscì a riprendersi. -È amarissima…-, sussurrò appena ebbe modo, -Ed é… forte.-. -Sì. Io personalmente la trovo più indicata del vino di Roma.-, ammise Nimandeo. La giovane era così impacciata… Fuori dalle usanze di Licanes pareva persa e a disagio. Normale. Lo era stato anche lui. Prima di accettare le usanze barbare, trovandone alcune veramente affascinanti. -Dunque… accetti la mia offerta di alleanza?-, chiese Serena, -Sai bene che le mie vittorie sono ...
«1234...9»