1. La macchia sull'accappatoio


    Data: 20/01/2023, Categorie: Gay / Bisex Autore: Thefab, Fonte: Annunci69

    L’indomani sono piuttosto euforico, come mi capita ogni volta che intraprendo una nuova storia. Ho l’abitudine di partire a mille, poi tendo a stufarmi. Ora, come al solito, sono contento di quello che mi sta capitando con Vesim. Al mattino sono andato a scuola, ci siamo sentiti quasi tutto il tempo per messaggio. A scuola, ormai, ho trasformato totalmente il mio ruolo da studente diligente, intelligente e preciso di qualche anno fa ad autentico disastro.
    
    Sono in quinto, non parteciperò agli esami di stato e sarò costretto a cambiare scuola, Tutta colpa di un gran casino che ho combinato, che non ha a che fare con il sesso e quindi è un’altra storia. Torno a casa, è una bellissima giornata di settembre. Fa un gran caldo, sembra piena estate.
    
    Nel tardo pomeriggio ho allenamento e lì, finalmente, rivedrò Vesim. Oggi non so se riusciremo a stare un po' da soli, ma l’importante è poterci comunque vedere. Finito il pranzo, come sempre, ho casa libera e mi metto in mutande. L’idea è quella di farmi una bella sega, che non sono riuscito a farmi al mattino per via del ritardo che rischiava di farmi perdere il pullman.
    
    Mi stendo sul mio letto, socchiudo la finestra del balcone, mi calo le mutande e inizio, con tutto il relax del mondo. Godo moltissimo, ansimo anche un po' e poi sborro. Come faccio spesso, quando sono solo, mi addormento senza le mutande e col cazzo ancora sporco di sborra.
    
    Riposo circa un’oretta, poi rimetto le mutande, nonostante abbia il cazzo ...
    ... nuovamente duro, e vado a bere qualcosa. Sono ancora confuso per la dormita e inizio, meccanicamente, a preparare la roba per l’allenamento. Ho da ritirare l’accappatoio e un paio di vestiti che sono appesi ad asciugare nel balcone della mia camera.
    
    Senza rifletterci, come faccio spesso, esco in mutande. Sto prendendo i panni stesi quando, improvvisamente, sento una voce femminile.
    
    “Ciao Fabio!”
    
    Immediatamente, come prima reazione, mi guardo nervosamente alla mia sinistra, da dove ho sentito provenire la voce. Tuttavia, non vedo nessuno. Non indosso neanche gli occhiali e sono mezzo ciecato in questo momento quindi inizio a chiedermi chi sia stato a salutarmi.
    
    “Heyyy sono qui, non mi vedi?” la voce arriva nuovamente dallo stesso punto.
    
    Mi avvicino alla ringhiera e guardo nel balcone affianco. Seduta su una sedia sdraio, c’è la mia vicina Elena che si sta fumando una canna. Elena ha un anno in meno di me, è romana ed abita qui da diversi anni. Lei e la sua famiglia si trasferirono che io avevo, all’incirca, 8 anni. Inizialmente li odiavo, perché presero il posto di quelli che c’erano prima, a cui ero molto affezionato.
    
    Erano amici di famiglia con cui spesso andavamo anche a pranzo o a cena. Poi si trasferirono per motivi di lavoro e venne Elena con i suoi.
    
    Col tempo, ho instaurato un buon rapporto con loro, soprattutto con lei. Il fatto di dividere praticamente lo stesso balcone (abbiamo un solo muretto che si separa) ci ha portato spesso a incontrarci lì e a ...
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