Sedici anni - Capitolo 6
Data: 01/02/2018,
Categorie:
Hardcore,
Gay / Bisex
Autore: aramis45, Fonte: xHamster
Capitolo 6
Finalmente! Il giorno era arrivato. Ero così ansioso in attesa di questo giorno di inizio estate, ma dopo che io ed Alessandro ci eravamo innamorati, il mondo circostante aveva perso interesse. Naturalmente ora potevamo godercelo insieme.
Sì, finalmente avrei avuto quella mountain bike.
L'amore di Alessandro era quello di cui avevo bisogno per le lunghe ore passate a fregare padelle unte e pavimenti, ma questo era un bonus.
Alessandro ed io eravamo ansiosi di finire il nostro lavoro "abbastanza bene" in maniera di prendere la paga e scappare. Avevamo progettato di andare diritto al negozio delle biciclette, comprare la bicicletta e fare un giro nei boschi. Poi, accaldati e sudati, rilassarci in casa sua dato che era da solo essendo sua mamma a lavorare. Eravamo ansiosi di uscire da quel buco di infernale! In breve avevamo messo via i piatti senza asciugarli, buttato fuori l'ultima immondizia senza sostituire i sacchi e scopato l'ultima sporcizia sotto il lavandino. Un altro giorno di lavoro finito... finalmente.
"Finalmente! Forza ragazzo", disse Alessandro mentre uscivamo dal negozio e lui prendeva la sua bicicletta.
"Facciamo una sosta a casa mia per uscire da questi vestiti sporchi", disse facendo poi una pausa, come se si fosse reso conto di quello che aveva detto aggiunse, "ed entrare in altri puliti, poi ce ne andremo."
Balzò sulla bicicletta e pedalò via, dimenando il culo rotondo e morbido davanti a me che gli stavo dietro sulla ...
... bicicletta. Oh, che tentazione! Mentre spostava il peso da lato all’altro, le sue anche si muovevano avanti ed indietro, tentandomi di prenderlo per le natiche, tirarlo giù contro di me e sentire i suoi muscoli strisciare il suo didietro contro il mio grembo mentre lui spingeva sui pedali. Stavo quasi sbavando, l’erezione si incurvava nelle mie mutande tendendo i jeans stretti. Ma eravamo sulla via principale a metà pomeriggio ed io dovevo controllarmi. Misi le mani ai suoi fianchi stringendogli le anche dove la vita si stringeva in maniera sexy. Naturalmente non avevo bisogno di tenerlo per bilanciarmi, ma era bello stare aggrappato a lui in pubblico senza nessuno avesse a ridire.
Arrivammo sul prato davanti a casa sua ed io balzai giù dalla bicicletta prima che si fermasse. La perdita improvvisa di peso (ed una piccola spinta da parte mia) lo spedì diritto nella siepe vicino al portico. Risi mentre tentava di uscirne a gambe divaricate sulla bicicletta.
Forse c’era qualche cosa nella dolce aria calda, o il bel sole, la conoscenza uno dell’altro che aumentava ogni giorno, o forse solo perché eravamo innamorati, ma per qualsiasi ragione eravamo di umore allegro quel giorno.
"Affrettai, Alessandro Randi", dissi imitando il modo in cui sua mamma spesso usava il suo nome completo.
Alla fine uscì dalla siepe e mi diede una sberla sulla nuca mentre mi sorpassa.
Corremmo dentro, calciammo via le scarpe e seminammo i nostri vestiti lungo la strada. Quando arrivammo nella sua ...