012 il campo rom
Data: 09/01/2023,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: CUMCONTROL, Fonte: Annunci69
... rimandavano una bonarietà vivida e vagamente sorniona. Portava capelli ben tagliati, si sarebbe detto che fosse l’unico individuo in quella comunità di selvaggi a portare una capigliatura propria del mondo civile.
Ma a tradire la civiltà ipocrita degli uomini per bene, quei capelli si facevano lunghi dietro alla nuca con alle estremità dei riccioli beffardi.
Indossava un gilet di pelle sopra il torso nudo.
Si toccava il pacco, mi fissava e non proferiva parola.
La grassa signora stava di schiena contro i fuochi friggendo delle frittelle ammorbanti già così di primo mattino e in tutto nell'abitacolo si mestavano effluvi di dolciumi, di lardo fritto, di abiti sporchi, di umido e di scoregge.
La porta si aprì di nuovo ed entro Knifo, il nano.
Knifo intrattenne col padrone di casa una lunga conversazione in un idioma che solo un orecchio poco attento avrebbe potuto definire slavo o romeno. Ma non era né slavo, né romeno.
La discussione si fece presso animata, la tipa friggeva, e presto i due presero ad urlare e gesticolare.
Il nano poi mi si accostò e afferrò il mio orecchio trascinandomi al cospetto dell'uomo seduto e col piede sul tavolo. Il nano mi ingiunse qualcosa indicando il piede del tale, io mi guardai attorno, vidi la rumenta accatastata ovunque e la culona che indifferente seguitava con la sua frittura restando di spalle.
Presi uno schiaffo dal nano che al fondo dell'indice mi indicava la pianta di un piede piatto, polposo e annerito dalla ...
... polvere.
Poi preso un secondo schiaffo e capii che dovevo leccare la fetta.
Già, mi sbagliavo. Quel piede non recava solo polvere ma si ammantava di un velo di patina biologica che mi si diffuse nel cavo orale quado deposi la lingua sulla pianta.
Deflagrò l’acre pungente di sudore, ma così pungente come quando ci si ficca in bocca un grosso cucchiaio di mostarda.
Sospinsi fuori molta saliva per mestare quel sapore aspro e quando con gli occhi varcai lo sguardo sulle unghia, m'accorsi mio malgrado che queste non erano affatto pulite.
Disciolsi i granuli di lercio fra le dita con accorti ritocchi di punta e il nano seguitava inspiegabilmente a percuotermi la nuca con una tale insistenza che la mia attività orale mi riuscì alquanto difettosa. Ero come dire… ero sbalzato ripetutamente ora per un verso ed ora per l'altro, e ammetto che fu difficile per me soffermarmi ora sull’alluce, ora nell’incavo del mignolo.
E la culona friggeva.
Poi fui afferrato per i capelli e piegato al pavimento per raggiungere l'altro piede imbrigliato nella sua improbabile scarpa. Il padrone di casa si limitò a sollevare le dita e non sfilò affatto il piede dal sandalo, leccai tra dita ed il plantare, lavandogli con cura la suola e levando via ogni rimasuglio per via di una insufficiente igiene plantare. So sincera.
L'uomo si accese la sigaretta e poi prese a calarsi la braca menandosi un fallo mai visto nella mia esperienza. Eppure di cazzi avevo un ampio trascorso ma quella ...