1. Da solstizio a solstizio (Yuko's)


    Data: 30/12/2022, Categorie: Lesbo Autore: Yuko, Fonte: EroticiRacconti

    ... una risposta che non avrei potuto dare, mi ficca la lingua in bocca, sposta la mano dal mio seno alla nuca, mi bacia, mi indaga in ogni pertugio e, sempre con quelle dita irresistibili fra le mie cosce, mi conduce a spegnere nella sua bocca il primo orgasmo.
    
    Mi accascio su di lei, ma quella mi adagia contro il bancone, mi solleva e mi ci appoggia sopra.
    
    Io ancora ansimo, incapace di qualunque resistenza mentre mi solleva la gonna, mi strappa le mutande e mi allarga le cosce.
    
    “Ma cosa stai facendo...” ansimo, ancora scossa dalle contrazioni, ma la sua bocca è già tra le mie cosce. Mi morde il pube, mi tira i peli con i denti, mi succhia le labbra e ancora mi entra dentro con la lingua.
    
    'Davvero io riesco a fare questo alle mie amanti?' ho ancora il minimo di lucidità per pormi questa domanda, quando sento un dito che mi si infila nel sedere.
    
    “Mi... fai... godere...” recito tra un sospiro e l'altro.
    
    E quella lingua! La figa è diventata una fontana; colo bava che riveste il dito che mi entra nel sedere e anche la penetrazione diventa ancora più piacevole.
    
    A breve distanza dal primo, arriva un secondo orgasmo, più forte, più potente, e spingo il ventre e il culo incontro a quella lingua e a quel dito.
    
    Le mie mani si infilano nei capelli di quella donna e me la tiro tra le cosce urlando il suo e il mio nome insieme.
    
    Poi è come se svenissi.
    
    E quando mi risveglio è tutto finito. Sono su un morbido letto, e sono nuda.
    
    Una mano di donna mi ...
    ... accarezza il seno, leggera e delicata.
    
    Alzo gli occhi. Ora c'è luce. E quella è la Giò, la riconosco. L'ho vista solo in foto, ma quel sorriso malizioso, quell'espressione da furbetta impunita... Non posso sbagliare.
    
    Ma sento ancora delle carezze umide tra le cosce. E allora come al rallentatore abbasso lo sguardo oltre ai miei seni, al mio ventre e oltre il monte di Venere. Dai dietro ai miei peli pubici spunta una capigliatura bionda, quello sguardo che conosco così bene, quegli occhi dolci e rassicuranti.
    
    Lucrezia si erge tra le mie cosce, come una sirena che emerge tra i flussi.
    
    Nuda, il suo seno rigoglioso, il suo sguardo caldo e avvolgente.
    
    “Tutto bene, Yuko?”
    
    Mi sorride e intanto la mano di Giovanna gioca col mio seno, le sue dita, terribilmente calde, leggere come il velluto sui miei capezzoli.
    
    “Sorella... non ci crederai, ho sognato...”
    
    “Cosa hai sognato, fiore delle perle?”
    
    “Ho sognato...” e mi metto a ridere. “Non ci crederai! O sognato che gestivo un camping a Trieste!”
    
    E scoppio in una risata. Mi copro la bocca con una mano, mentre avverto una prensione più consistente della mano di Giovanna sul mio seno.
    
    Lucrezia si fa seria. Guarda me, poi la Giò, poi ancora me. Intanto io riesco a contenere la mia risata.
    
    “Mi ci vedi?” Io, dall'ospedale a gestire un camping?” e rido ancora. La mano di Giò mi prende tutto il seno, me lo avvolge, e ci affonda le dita, voluttuosamente.
    
    “Ma Yuko”, continua Lucrezia, con uno sguardo che non ammette ...