1. Da solstizio a solstizio (Yuko's)


    Data: 30/12/2022, Categorie: Lesbo Autore: Yuko, Fonte: EroticiRacconti

    ... incontro.
    
    “Che c'è, piccola, non sai l'italiano?” mi chiede in giapponese.
    
    Io mi riscuoto, ma mi confondo ancora di più. Ora non saprei neanche più dire dove mi trovo.
    
    Lei ora mi è di fronte. Siamo due gocce d'acqua e davanti a lei mi sembra di essere di fronte allo specchio. Eppure l'altra non si accorge, non è neanche minimamente stupita.
    
    “Scusami, ma tu chi sei?” riesco alla fine a chiederle.
    
    “Yuko!” risponde, tendendomi la mano.
    
    “No, scusa, sono 'io' Yuko!”
    
    “Ma dai! Ci chiamiamo nello stesso modo? Già ci assomigliamo che sembriamo due sorelle!”
    
    Ah, ma allora lo ha notato!
    
    “No, scusa...” mi allontano un attimo. Mi sta troppo appiccicata davanti.
    
    “Io sono...” e allungo l'indice verso di lei. “Io sono...” ed è come se volessi dire 'io sono te!', ma ovviamente la mia mente si rifiuta di costruire una frase del genere.
    
    “Io... lavoro qui!” riesco infine a formulare.
    
    Ma l'altra scoppia in una risata grossolana! È evidente che non mi crede. Eppure è così spontanea, così naturale.
    
    Fa un passo deciso verso di me, mi passa una mano dietro alla schiena e mi stringe a lei. E prima che possa oppormi, tira fuori la lingua e mi dà una leccata sulla bocca, dal mento fino al naso.
    
    “Me che razza... ma che cazzo...” cerco di divincolarmi.
    
    “Eh dai, Yukiko, lo so che sei lesbica” insiste quella e intanto con il braccio mi serra al suo corpo, ventre contro ventre, anche se inarco la schiena per cercare di staccarmi.
    
    “No, io veramente...”
    
    “Va ...
    ... be', bisex. Cambia poco.”
    
    E mi infila una mano sotto la gonna. Neanche il tempo di stupirmi che sento un suo dito che si spinge nel culo, infilandosi tra le cosce, con mutandine e tutto.
    
    “Ma sei deficiente?” Le urlo addosso cercando di spingerla via con le braccia. Ma siamo troppo appiccicate e non riesco a far leva sulle sue spalle.
    
    Quella intanto riesce invece a farmi di tutto e, dribblate le mutandine, mi ha infilato due dita in vagina.
    
    È inutile negarlo, ero bagnata in modo imbarazzante e il mio tentativo di un'estrema opposizione naufraga in un esplicito sospiro di piacere.
    
    Le sue dita si muovono dentro di me e mi stimolano in modo incomprensibile e incontrollato.
    
    “Lo vedi che ti piace? Maiala di una jap?”
    
    Cerco ancora di sfuggirle, le spingo le spalle, ma quella, con la mano libera mi arpiona una tetta, facendosi strada sotto la giacca aperta.
    
    “Ma mi lasci stare?” Cerco ancora di sfuggirle, ma quelle dita dalla vagina si sono spostate sul clitoride. Quella porca sa esattamente come farmi godere e ora fa scempio delle mie sensazioni.
    
    Mi stanno già cedendo le gambe e resto come appesa alle sue dita dentro di me.
    
    Quella intanto mi è passata sotto il maglione e la camicetta e ora la sua mano è sul mio seno nudo, e mi strizza un capezzolo.
    
    Non so cosa mi capiti, ma comincio ad ansimare e a gemere, e quella continua a centrifugarmi il clitoride, fino a provocarmi spasmi agli addominali.
    
    “Vedi che ti piace, Yukiko? Lo vedi?” E senza lasciarmi ...