1. Le mie calde allieve - capitolo 11 - epilogo


    Data: 29/12/2022, Categorie: Prime Esperienze Autore: Giangi57, Fonte: Annunci69

    ... fece comunque un cenno di assenso alzando su di me uno sguardo languido.
    
    Con le mani artigliate sul culo di Samira, Mariella muoveva la testa sempre più rapidamente.
    
    «Te la ficca bene la lingua dentro? Lo fa bene come te? Bene come piace a te?».
    
    «Oooh, sì!», gemette lei.
    
    «Bene, bene! Che continui così allora! Hai sentito, Mariella? Non devi assolutamente smettere!
    
    Quanto a te, Samiretta, ti occuperai dell'oggetto della tua felicità!».
    
    Le feci dondolare davanti al volto l'uccello surriscaldato: era rosso in punta e il glande, di solito violaceo, ora tirava sul bluastro. Glielo cacciai subito in bocca. Samira tossicchiò ma riuscì a inghiottirmelo quasi tutto. Il mio sguardo andava dalla testa di Mariella, ficcata tra le natiche tonde, al volto di Samira, impalato sulla mia sciabola.
    
    Ben presto mi sentii li li per godere e interruppi quel gioco.
    
    «Mariella, va' a prendere il tubetto rosa che sta nel cassetto in fondo all'armadio. Benissimo, adesso spalmale un po' di pomata, ne avrà bisogno!».
    
    Fece di nuovo il giro del letto. Con la punta dell'indice, lei unse accuratamente l'ano della sua amica. Avevo il cazzo così duro che mi faceva male. Questo era il segno dell'erezione quasi patologica che a volte la frustrazione provocava nel mio corpo. Puntai la mia picca sul bersaglio a forma di stella e mi ci ficcai dentro, lentamente, ma senza fermarmi. Non appena il glande ebbe varcato lo stretto muscolo penetrai in un mondo di dolcezza.
    
    Dopo la prima ...
    ... penetrazione potei vagare estasia o in quel culo vellutato. Il corpo di Samira mi stimolava solo a guardarlo. Lei spingeva con naturalezza il fondo schiena verso la mia piccola spada. A livello dei fianchi, stretti e inarcati, l'epidermide un po' untuosa formava una piega molto netta che somigliava a una grinza. La pelle perfetta della schiena e delle spalle rotonde faceva venir voglia di divorarla tutta. Puntellata sui gomiti e sulle ginocchia, le cosce divaricate, lei mi subiva completamente passiva; i capelli neri e folti ondeggiavano molto lentamente dal basso a noi Mariella seduta accanto ci guardava in silenzio e sul suo volto si leggeva l'intensità del desiderio.
    
    Cacciai l'uccello dentro, fino al ventre, e, a ogni carica, sentivo l'angolo interno del retto. In quei momenti Samira sobbalzava ma non si lamentava.
    
    A un dato momento estrassi la verga per vedere quanto si era inumidita e per osservare quel grosso buco nero che io avevo reso colante.
    
    Con grugniti sordi la martellavo a colpi di scalpello e, disteso su di lei, finalmente eiaculai nel fondo del suo culo, inchiodandola al materasso, mordendole la nuca e le spalle, come un animale che tenga prigioniera la femmina con la forza delle zanne durante un coito primaverile.
    
    Quando furono uscite rimasi disteso sul letto, con un senso di sollievo fisico che però era momentaneo. Il cazzo si era ammollato solo a metà. E questo significava una fortissima voglia che si sarebbe placata solo dopo un conclusivo sfinimento ...
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