IL TUTOR
Data: 19/12/2022,
Categorie:
Voyeur
Masturbazione
Autore: sleeppig, Fonte: xHamster
... dispiaciuto che nell’albergo dove alloggiava c’era anche il ristorante interno mentre ora doveva arrangiarsi, cenando in qualche trattoria locale oppure accontentarsi della mensa interna.
Così cominciò a chiedermi, essendo io del posto, quali locali potevano fare al caso suo e quali invece avrebbe dovuto evitare.
Mentre cercavo di stillare un elenco dettagliato dei posti dove a mio avviso poteva saziarsi senza implicare la salute del suo fegato, s**ttò la sua trappola!
“Senti Giulia, già che non conosco nulla di questa città, perché stasera non mi accompagni e mi fai vedere di persona? Poi magari, se vuoi, ci mangiamo un boccone insieme, in uno di questi locali, così eliminerei ogni dubbio a tuo carico!”
“Dubbi? Scusa, di cosa?” chiesi perplessa non cogliendo la battuta.
“Eh si, ipotizzando che questo sia un tuo subdolo tentativo per eliminarmi per prendere poi il mio posto come Tutor in questo progetto, essendo tu la persona più competente e preparata dello staff, un mio avvelenamento alimentare contratto in una qualsiasi trattoria malfamata sarebbe perfetto!”
Cazzo che mente contorta, pensai.
Poi mi venne il dubbio che la sua mente non fosse così contorta.
Aveva per caso scoperto che io, a sua insaputa, in modo estremamente riservato, aggiornavo costantemente la direzione sullo sviluppo del progetto? Che monitoravo quello che alla fine era il suo lavoro? E rendicontavo tutto alle persone alle quali lui doveva rendicontare per primo?
Che ...
... l’avesse saputo o anche solo ipotizzato, in qualche modo questo dovevo scoprirlo.
Ed ecco che così, piano piano, scivolai dentro la sua trappola, precedentemente tesa, studiata, calibrata; ero dentro fino al collo!
“Va bene dai, stasera son libera” gli dissi sorridendo. Avrei anche potuto dirgli che tutte le sere ero libera, ma questo non doveva saperlo! Almeno per adesso!
“Passo a prenderti?”
“Ok, alle 20?” Risposi.
“Perfetto, alle 20 sarò sotto casa tua!”. Si alzò e se ne andò.
E certo, sapeva pure dove abitavo.
Mi aveva mandato i fiori.
Capitolo XX.
La sera, alle venti, scesi da casa, puntuale; lo vidi vicino alla sua macchina che mi stava aspettando.
Incrociammo i nostri sguardi sorridendoci e senza convenevoli salimmo a bordo.
Ci dirigemmo verso il centro; non feci a meno di notare che le mie indicazioni circa le direzioni da seguire parevano superflue in quanto lui, precedendomi di qualche attimo, imboccava sempre in anticipo le vie giuste.
Mi venne da sorridere.
Io, come un oca, stavo ancora al suo gioco.
Smisi di dare indicazioni.
Arrivammo vicino ad un locale, scelto da lui senza mie ulteriori indicazioni e, parcheggiata l’auto entrammo. Era un bel locale che io, ovviamente, non avevo mai frequentato. O meglio, proprio non ci avevo mai messo piede; il tenore dei ristoranti a me affini erano molto più simili a dei circoli di paese, dove la musica la tavolo, al limite, era rappresentata da un signore corpulento che, con la maglia ...