IL TUTOR
Data: 19/12/2022,
Categorie:
Voyeur
Masturbazione
Autore: sleeppig, Fonte: xHamster
... quell’energia, di quel fuoco che circolava nel mio corpo, per arrivare lì, nelle mie pareti vaginali che ebbero un sussulto compulsivo, violento, irrefrenabile.
Mi sentii fibrillare.
Estrassi il pene e mi riversai in posizione supina; la mia mano premeva quanto più forte possibile i miei genitali, nel tentativo di placarli soffocandone la sensibilità che pareva fuori controllo.
Dall’addome scendevano, a ritmo incessante, delle dirompenti scariche elettriche in direzione dei miei pertugi; sentivo la mia vagina ed il mio ano pulsare violentemente.
Mentre il mio corpo era invaso dagli spasmi, la mia mente assaporava tutte quelle sensazioni; un godimento pieno, appagante, liberatorio, senza tempo.
Finalmente mi calmai.
Tutto era in silenzio.
Presi il mio fallo, lo guardai nella penombra. Luccicava. Era cosparso dei miei succhi. Lo annusai e cominciai, piano, a succhiarlo.
Volevo assaporare tutto, quel caldo profumo di sesso di cui era intriso, quella bava biancastra che lo ricopriva. Con calma e delicatezza mi gustai qualcosa a me nuovo, me stessa. Me lo strofinai ancora un po’ sul copro. Lo passai delicatamente sul mio clitoride che ancora, stimolandolo, generava degli impulsi; lo rileccai e poi lo misi sotto il mio cuscino.
Lo strumento che tanto mi aveva fatto godere quella sera, riposava sotto la mia guancia, con me.
Capitolo X.
Mi svegliai e vidi il sole che rifletteva glorioso la sua luce nella mia camera.
Da circa quindi anni, la ...
... mattina mi svegliavo all’ora che la sera prima mi prefissavo, senza l’ausilio di orologi e suonerie. Non so per quale motivo, il mio cervello era in grado di determinare l’ora e destarmi dal sonno, anche il più profondo!
Verificai molte volte questa cosa e, con grande stupore, vidi che il limite di errore del mio orologio biologico non superava i tre minuti.
Una dote, un caso, non so.
Quel giorno, quando mi alzai, mi sentii strana; qualcosa non andava.
Aprii il Tablet e compresi che avevo dormito due ore in più del previsto! Ero in ritardo! Rimasi male, molto male.
Feci velocemente una doccia, mi preparai ed uscii di casa correndo al mio posto di lavoro.
Che imbarazzo.
Io non sono mai, dico mai, arrivata in ritardo, né al lavoro, né a scuola, né ad un appuntamento.
Entrai in ufficio ed incrociai, prima di tutti gli altri, lo sguardo di Simone.
Imbarazzata lo salutai; lui, con sguardo sornione ed un mezzo ghigno, alzando una mano, rispose al mio saluto. Mi sedetti alla mia postazione, credo visibilmente a disagio, e cominciai e lavorare.
Mi sentivo strana, diversa.
Ed a complicare la situazione, c’erano mille domande che si generavano nella mia testa e per le quali non avevo neanche una banale risposta.
Perché non mi son svegliata questa mattina?
Perché Simone aveva quel ghigno stampato in faccia?
Mi avrà sentito ieri sera?
Avrò urlato troppo?
Con grande difficoltà cercai di concentrarmi sul lavoro.
Quando Simone si avvicinò, come ...