1. Rosina e il cavaliere ferito (Prologo)


    Data: 16/12/2022, Categorie: Racconti Erotici, Etero Tradimenti Autore: enea, Fonte: RaccontiMilu

    ... che le stesse chiedendo il nome. “Rosina…Te agradezco lo que estàs haciendo por mi.” – disse l’uomo allungando una mano verso di lei. Non aveva capitò granchè di quello che l’uomo le aveva appena detto, si sentì di rispondergli: “Non si sforzi, signore, ha bisogno di riposo”.
    
    L’uomo sembrò aver capito: chiuse gli occhi respirando lentamente. Rosina sistemò allora il secchio con l’acqua accanto al giaciglio, preparò i panni e le bende che sarebbero sicuramente servite al dottore, e cominciò a nascondere la bardatura del cavallo e i pezzi dell’armatura dell’uomo tra la paglia. Infine andò in strada ad attendere il ritorno del marito. Non ci volle molto che il marito si ripresentasse insieme al medico. Il dottore, osservato bene il corpo dell’uomo, disse: “Dobbiamo liberarlo dalla calzamaglia e per curare la ferita.” Prese poi un piccolo coltello e indicò a Giuseppe i movimenti da far fare alle gambe dell’uomo per evitare complicazioni e sfregamenti della ferita. Procedette a lacerare e tagliare la stoffa con il coltello mentre Rosina, preso uno dei panni, lo porse a don Ildefonso facendogli capire che avrebbe dovuto tenere in bocca e stringerlo per sopportare il dolore che presto gli avrebbe procurato il dottore nell’estrarre la scheggia dalla sua ferita.
    
    A questo punto il dottore procedette ad estrarre la scheggia dalla ferita dell’uomo mentre Giuseppe cercava di tenergli ferme le gambe. Rosina non sapendo che fare afferrò le mani di don Ildefonso. L’operazione fu ...
    ... abbastanza dolorosa: don Ildefonso trattenne con fatica le urla di dolore stringendo con forza i denti e le mani di Rosina mentre il medico scavava nella carne viva e provvedeva ad estrarre la scheggia. Rosina provò una strana eccitazione addosso nel sentirsi stringere le mani con forza da quell’uomo. La sua mente improvvisamente iniziò a vagare e immaginare il corpo nudo e possente di quell’uomo dagli occhi verdi che la spingeva con forza contro la parete e dopo averle tirato su la gonna iniziava a possederla con foga animalesca.
    
    Scosse con forza la testa. Non era il momento adatto per fare quei pensieri impuri: don Ildefonso stava urlando di dolore, probabilmente avrebbe potuto perdere la vita. Il medico nel frattempo, estratta la scheggia, aveva bendato la ferita e rimesso gli attrezzi del mestiere nella sua borsa. Nel frattempo Don Ildefonso, stremato dal dolore, aveva perso nuovamente conoscenza.
    
    “Avete fatto bene a nasconderlo nel fienile” – principiò il medico, mentre Giuseppe gli aveva mostrato i vessilli del cavaliere – “Sono vessilli spagnoli, se le guardie vi trovano con quest’uomo in casa rischiate la morte”.
    
    Il medico consigliò loro di continuare a tenerlo nascosto, insieme al cavallo finchè non fosse in grado di riprendere la sua via, ricordando loro che il dovere morale dei buoni cristiani di accogliere e curare il prossimo fosse al di sopra di qualsiasi editto reale. “Se riesce a superare la notte senza morire credo che ce la farà” – disse infine ...