Club Tlazo – Capitolo 5
Data: 14/12/2022,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Racconti Erotici,
Etero
Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu
... dimostrando la propria flessibilità e iniziando a slacciarsi le scarpe. Le due guardie tornarono a guardarle il culo, senza dispiacere per non poter più fissare le tette. Anche Cristina la osservò, e comprese perché riscuotesse tutto questo apprezzamento: in quella posizione, i glutei si erano allontanati e i fuseaux ricalcavano alla perfezione la nuova conformazione, che aveva assunto la forma di un cuore stilizzato. Sentì lei stessa un prurito alla figa nel contemplarlo. La castana si rialzò una volta sciolti i lacci delle scarpe. Sollevò le braccia, prendendo le ciocche che le erano cadute sul seno, spostandole dietro le spalle, muovendo la testa come a sistemarsi meglio i capelli sulla schiena. Da come le due guardie fissavano i seni muoversi, avrebbero potuto spezzarsi un polso segandosi al pensiero di quello spettacolo, pensò con profonda rabbia Cristina. Quando lei si era spogliata, non aveva ricevuto nemmeno un decimo dell’apprezzamento che stavano tributando a quella puttana. Improvvisamente, la ragazza si rese conto che la bellezza di quella troia era ben superiore alla sua, incommensurabilmente maggiore. Come… com’era possibile che anche lei si trovasse lì? Tornò a fissarla: Elisabetta aveva finito di spogliarsi, le mutandine ricamate appese ad un dito che allungò ad una guardia. Questa volta non perse tempo e le afferrò come se fossero state un lingotto d’oro, stringendole tra le mani e ammirandole al pari di un’opera d’arte. La ragazza guardò un punto sul ...
... tappeto, accanto a Cristina. – Mi siedo qui? – chiese. Senza attendere una risposta, incrociò le gambe e scese seduta con un movimento fluido che sembrava uscito da un cartone animato degli anni ’40. Sollevò una mano verso la pediera, sorridendo alla guardia. – Immagino dovreste ammanettarmi come lei, giusto? L’uomo interpellato impiegò qualche istante a distogliere lo sguardo dal corpo perfetto della mora, incapace di scegliere se contemplare il seno meraviglioso o la righetta di pelo che accompagnava lo sguardo, al termine di un addome piatto, verso la figa della ragazza, prendere le manette e far scattare i due braccialetti. Dietro di lui, convinto di non essere visto, la guardia che aveva scortato Cristina si portò le mutandine al volto, inalando il profumo che la fregna della troia vi aveva infuso. Chiuse gli occhi mentre sembrava inspirare una droga, il bozzo nei pantaloni che aveva cominciato a formarsi parve fremere, poi, con un movimento svelto, le fece sparire in una sua tasca con un sorriso soddisfatto. Un attimo dopo i due uomini si voltarono e uscirono, e nonostante cercassero di non farsi sentire, fu impossibile per Cristina non udirli dire: “questa sì che è un pezzo di figa pazzesca” e “mi devo fermare un attimo in bagno”, con l’altro che annuiva comprendendo perfettamente le intenzioni dietro quella battuta, probabilmente deciso anche lui a fare una sosta in un luogo appartato e spararsi una sega mentre si teneva gli slip sulla faccia. Anche Elisabetta li aveva ...