1. Club Tlazo – Capitolo 5


    Data: 14/12/2022, Categorie: Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Etero Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu

    ... fine! – gli gridò l’uomo che, si accorse Cristina, era lo stesso che, una vita ed almeno una decina di cazzi in bocca prima, l’aveva portata nella stanza dei Eduardo. L’altra guardia guardò sorpresa Cristina, poi il suo collega, che allargò leggermente le mani come a dire che non ne aveva idea. – Portiamola dentro comunque – deliberò, infine. L’altra guardia annuì, spostandosi per lasciare libera la porta. Un attimo dopo il malessere sul volto di Cristina venne sostituito dalla sorpresa. Una ragazza dai capelli castani e dai grandi occhi del medesimo colore fece l’ingresso nella stanza accompagnata dalla guardia. Il viso era leggermente allungato ma il sorriso che imperava su due labbra piene lo rendeva meraviglioso, anche per Cristina. Si muoveva con la grazia che solo una ballerina poteva vantare, e il suo corpo, esile ma ben proporzionato, trasmetteva una sicurezza che sembrava renderla ancora più bella. O forse era il seno, pensò la bionda, notando che qualcosa stonava in lei: una quarta abbondante, come quello di Eleonora, ma… ma senza essere azzoppato da quella timidezza che la figa di legno possedeva in quantità industriale. Dimostrò anche di avere una voce calda quando sorrise alla ragazza nuda, reduce da una lunga sessione di pompini, salutandola. – Ciao, mi chiamo Elisabetta. Gli occhi di Cristina erano sgranati, il suo volto che mostrava tutto lo sconcerto sotto la maschera di sborra secca o ancora colante. Si rese conto dopo qualche secondo che non stava ...
    ... respirando. – Cristina – riuscì a dire con un filo di voce, più una risposta automatica che voluta. La guardia che l’aveva accompagnata dentro le chiese di spogliarsi quasi con timore che si offendesse e non lo facesse. La nuova venuta non se lo fece affatto ripetere. Anzi, annuì con un sorriso. Con una lentezza che sembrava studiata cominciò a sbottonarsi la camicetta, lasciando che il seno prosperoso allontanasse i lembi del tessuto mentre le sue dita affusolate lavoravano con precisione. Giunta in fondo e scalzato l’ultimo bottone, con la camicia aperta che mostrava solo il solco delle generose poppe e la linea centrale degli addominali appena visibili, si voltò a favore dei due uomini alle sue spalle, che fino a quel momento avevano fissato il suo culo. Con un movimento simile ad un esercizio di stretching per distendere le spalle, si fece scivolare la camicetta lungo le braccia, afferrandola con una mano prima che cadesse per terra. Le due guardie non notarono affatto quel movimento degno di un prestigiatore, i loro occhi sgranati e fissi sul busto di Elisabetta. La ragazza sembrò trattenere una risata mentre allungava la camicetta verso le due guardie, usando di nuovo la sua voce calda per chiedere loro la cortesia di porre il suo indumento da qualche parte. Una delle due balbettò qualcosa, cercando di afferrare la camicetta e riuscendoci solo al terzo tentativo, senza nemmeno rendersi conto di cosa stesse impugnando. Elisabetta si sporse in avanti, senza piegare le ginocchia, ...
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