1. La lunga notte – cap. 10


    Data: 14/12/2022, Categorie: Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Autore: Lord Byron, Fonte: RaccontiMilu

    ... avvicino, l’abbraccio e questa volta non oppone resistenza. La faccio sedere sul letto, la stringo forte per darle un senso di protezione, mentre riprendere a piangere disperatamente. Non chiedo più nulla, la tengo tra le mie braccia e a poco a poco comincia a calmarsi. “Liv, allora? Che succede, me lo vuoi dire?” “ieri il dottore non mi ha dato la pillola. Dovevo ricominciare il ciclo e non me l’ha data.” Resto interdetta. Il dottore è un medico ormai in pensione che si occupa delle ragazze, procura le pillole contraccettive, le visita, le medica e prescrive farmaci se ne hanno bisogno. Un maiale, secondo i racconti delle ragazze, un ciccione debordante che presta la sua opera una volta alla settimana in cambio di potersi scopare le ragazze gratis. Ma che non gli abbia dato la pillola non ha senso. “Ma perché?” “Perché Dasho ha avuto un’ordinazione” Non comprendo cosa intenda, Riprende a piangere singhiozzando, le chiedo di spiegarsi. Ci mette qualche minuto, poi si calma un poco.“Una coppia gli ha chiesto un bambino. Una coppia mista, lui è di colore.” Rabbrividisco, finalmente capisco la sua disperazione. “Dasho mi affida ai senegalesi fino a quando non resto incinta, mi metteranno in uno scantinato puzzolente per farmi scopare con i loro connazionali. Non voglio avere un bambino che non vedrò, non voglio” ripete singhiozzando. “Vuoi che provi a parlarci io?” “E cosa vuoi dirgli? No è inutile, sono troppi soldi e poi ha deciso e non sarai certo tu a fargli cambiare idea.” ...
    ... “Già…” Mormoro cercando di pensare. Tutto questo è raccapricciante, ma Liveta ha ragione, Dasho non cambierà idea per una donna, una di noi. “Quando ti vengono a prendere?” “Fra tre giorni” risponde “Ok, non ti preoccupare, ho un’idea. Ci servono solo un paio d’ore, domani pomeriggio cosa devi fare? Puoi uscire?” “Si, credo di si, perché?” “Bene, prendi la Metro verso il centro, ti aspetto alle tre all’uscita di via Lambruschini, sai arrivarci?” “Si, va bene, dice a bassa voce ma cosa…” “Fidati di me, cosa succederebbe se tu non rimanessi incinta?” dico guardandola negli occhi. Liveta non dice nulla, mi abbraccia riprendendo a piangere. “Grazie – mormora al mio orecchio- grazie”. Le faccio lavare il viso, gli occhi sono ancora arrossati.
    
    La voce di Redian chiama dal corridoio, è ora di andare. Usciamo dal portone che comincia a far scuro, Liveta non viene con noi. L’auto corre veloce, una delle ragazze viene scaricata nella zona industriale, poi io, Jasemin e Marina veniamo portate al solito viale. Dal cellulare mando un messaggio al mio ginecologo, per avere l’appuntamento per le tre e mezza del giorno successivo. La serata trascorre tranquilla, tra un passaggio e l’altro. Alle tre di notte sono su un taxi che mi sta riportando verso casa. La bocca impastata dello sperma di quelli che hanno voluto un pompino senza preservativo. Di Dasho ho sentito solo la voce, dall’altra parte dell’appartamento. Sono arrabbiata con me stessa, con Francesco, con il mondo. Tutto questo non ...
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