Fortune di famiglia
Data: 11/12/2022,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Aramis, Fonte: EroticiRacconti
... era un disastro, ma finché la famiglia rimaneva insieme, il mio lavoro è stato utile. Allora perché non riuscivo ad addormentarmi?
Ma finalmente mi addormentai per poi svegliarmi verso le dieci del mattino successivo. Niente di troppo sorprendente nel dormire fino alle dieci di sabato mattina. Ma il motivo per cui mi svegliai era che Enrico stava entrando nel letto con me! Completamente nudo!
"Enrico!"
Dissi, cercando di tenere gli occhi lontani da quella macchia scura sul suo inguine, l’uccello che penzolava come un gustoso wurstel dorato.
"Per rimanere nel mio lavoro, devo restare sposato con un membro della tua famiglia, giusto?"
L'avevo ammesso la sera prima?
"Giusto."
Dissi invece di un silenzio che avrebbe detto la stessa cosa.
"Si dice qualcosa su quale membro della famiglia?"
Enrico si rannicchiò accanto a me e ci coprì con le coperte.
"Oppure c’è una regola che dice che non posso scegliere tra i membri della famiglia, senza perdere la mia posizione."
Le sue labbra stavano raggiungendo le mie.
Ebbi appena il tempo di dire: "Nessuna regola che io sappia." Prima che quelle labbra si chiudessero sulle mie e venissi baciato. Un bacio lungo, lento e appassionato. Stavo ricevendo tutto il bisogno sessuale di un uomo che lo desiderava da almeno un decennio.
Mi lasciò parecchio senza fiato, ma quando mi lasciò andare, riuscii a sussurrare.
"Enrico, parla con Sandra. La nostra famiglia vuole davvero tenerti dove sei, sai."
"E tu? ...
... Cosa vuoi?"
"Anch'io ti voglio esattamente dove sei."
Dissi, questa volta mi allungai per baciarlo e lui rotolò per portare il suo corpo sopra il mio.
Sentii il suo pene, ora indurito, premere contro il mio inguine e il mio unico rimpianto fu che avevo gli slip, il che gli impediva di strofinarsi contro la mia virilità.
Ma il resto del mio corpo poteva sentire la sua carne premere contro la mia.
Avevo le sue braccia appoggiate ai miei fianchi, le mie mani che sfioravano il suo torso sulla schiena e il mio stomaco e il suo sterno si stavano conoscendo molto bene. Sentivo quella sottile striscia di peli che dalla metà del petto scendeva attraverso l'ombelico fino alla zona pubica, come una mano che solleticasse per tutto il percorso più e più volte, la mia erezione stava chiedendo di essere liberata dalla sua prigione di cotone ed io gemevo raggomitolato sul suo addome, mentre lui mi baciava completamente, totalmente, possedendomi totalmente e io mi davo a lui.
Enrico si sollevò sulle ginocchia e le sue mani afferrarono il mio elastico. Gli slip cedettero alla prigionia dell’inguine e del culo senza alcuna seria lotta, mi scivolarono giù per le gambe ed uscirono dai miei piedi con uno schiocco, poi lui li gettò a terra. "Sandra non tornerà fino a domenica pomeriggio."
Sottolineò.
"Lo stavo pensando anch'io. L'intero weekend è per noi."
"Un sacco di tempo."
Mormorò e la sua mano afferrò il mio cazzo e l'accarezzò invece di menarlo, non che non mi ...