Aprire gli occhi
Data: 07/12/2022,
Categorie:
Tradimenti
Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69
... primi cinque anni il nostro matrimonio filò liscio su binari sicuri; ciascuno dei due svolgeva serenamente l’attività a cui si era dedicato; tutto il tempo libero era in pratica utile per fare l’amore; i momenti migliori erano naturalmente quelli del week end, quando, liberi ambedue da impegni di lavoro, passavamo intere giornate a letto, lasciando sbrigliare la fantasia nei giochi sessuali più arditi e spesso perversi, nei limiti che ci consentivano l’educazione e le abitudini.
Accogliere Gaspare tra le braccia, subito dopo cena, era per me motivo di gioia intensa e profonda; quando poi mi guidava a letto con dolce violenza, partecipavo con grande lussuria ai suoi giochi d’amore; in genere, mi faceva sentire la grande forza che l’eccitazione consentiva al suo corpo vigoroso ed amava le penetrazioni animalesche e decise a cui mi ero abituata; sentirmi violentare il ventre dalla sua mazza robusta era diventata un’abitudine quasi irrinunciabile che si ripeteva spesso in una serata.
Se avevamo molto tempo davanti, sabato e domenica in genere, mi prendeva da tutte le parti e mi sfondava con violenza utero e sfintere con penetrazioni improvvise, profonde e spesso lunghe; avrei gradito, tante volte, anche una maggiore delicatezza, qualche atteggiamento più tenero e ‘romantico’ come lui diceva spesso con ironia; ma lui era un autentico ariete e il piacere maggiore lo provava quando poteva piegarmi a pecorina, infilarmi da dietro in vagina e possedermi con foga.
In ...
... cinque anni non obiettai mai, mentre mi copulava in bocca, preferendo la forzatura della gola ad una fellazione delicata e lenta che avrei voluto proporre; la convinzione che fosse giusto, essendo sua moglie, assecondare i suoi desideri, mi spingeva ad accettare con gioia i suoi assalti, prendendoci molto gusto e facendoli diventare anche miei nella libidine e nel godimento; qualche volta, quando era esausto, riuscivo ad inventarmi momenti di tenerezza da me più graditi.
Quando mio padre decise di ritirarsi dal lavoro e mi affidò in toto la responsabilità dello studio, anche sul piano legale e formale, la mia vita subì uno strattone, perché mi trovai d’un tratto piena di impegni che non avevo mai avuto; il lavoro mi assorbì ancora più di quanto fosse stato fino a quel momento; anche i rapporti interpersonali cambiarono e ne risentirono finanche i momenti di intimità che tendevano a ridursi; ma non per il nuovo carico di lavoro.
La sensazione era che Gaspare si sentisse in qualche modo, privato di quelli che riteneva suoi diritti; per non gravare sul conto dello studio, aprii un mio conto in banca sul quale facevano aggio le nostre carte di credito, finché lui chiuse il suo conto ed usò il mio anche per le sue attività; credo che questo fatto, in apparenza semplice e logico, fosse il dato che più lo colpì e gli diede il senso di un ribaltamento indesiderato e per lui inaccettabile.
In pratica, avere il controllo dell’economia gli aveva dato forza, fino a quel momento; ...