Il Ranch
Data: 25/11/2022,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Etero
Autore: Koss, Fonte: RaccontiMilu
... della sua Padrona. Margareth le parlò come faceva di solito, non direttamente, ma come se pensasse. – Sei stata brava Bobbi. Sei stata veloce. Senza di te non l’avrei presa – le sorrise e ne approfittò. Bobbi si mise in ascolto, quelle parole la inorgoglirono e si rilassò. La puledra era forte, ma anche molto bella, aveva i fianchi ampi e un corpo atletico, molto piacevole al tatto, anzi, deliziosa. Margareth provò a metterle la mano tra le cosce e tirarla per gli anellini delle grandi labbra. La Padrona ebbe la netta sensazione che si stesse sciogliendo, la fica si inumidì, i capezzoli divennero ritti, Bobbi trattenne a stento un gemito, ma poi, quando la carezza si fece più intima, la puledra scartò e si irrigidì. Come sempre la rifiutò e Margareth, ancora una volta delusa, non fece niente per costringerla. La voleva, ma Bobbi la doveva accettare, non l’avrebbe mai forzata, era l’unica puledra, la sua, che non avrebbe mai costretto ad accettarla. Intanto il carro stava arrivando. Lo guidava S2, una serva delle stalle molto bella, nera, con due occhi da cerbiatta e un culo ampio e magnifico. Si sarebbe sfogata con lei. Le ordinò di mettersi a novanta gradi, con le mani appoggiate al carretto e la prese con lo strap on dandole due belle pacche sulle ampie natiche e strizzandole il generoso seno. Margareth era eccitata e arrabbiata con Bobbi e, avendo deciso che sulla puledra non avrebbe mai infierito, si lasciò andare con la serva. Al contrario di Bobbi la serva accettò con ...
... piacere le attenzioni della sua Padrona, anche le più rudi e manesche. Mugolò per tutto il tempo facendo di tutto per compiacerla. Miss Margareth era un’autorità nel ranch e poi era piacevole sottostare ai suoi desideri. Bobbi, per tutto il tempo, le guardò con disapprovazione. Per Margareth la puledra era incomprensibile, non si concedeva, ma era gelosa, chiaramente.
Tre mesi dopo l’arrivo del primo carico, in un giorno qualsiasi, nel deserto del Kalahari. Le serve delle stalle, come ogni mattina, vennero svegliate alle cinque. Le urla e il berciare di un giovane guardiano, che aveva aperto il grande portone del capanno, le incalzava a muoversi. Le serve erano state rinchiuse lì dentro la sera prima, come ogni sera, intorno alle ventuno, dopo essere state contate. Erano una quindicina, tutte abbastanza giovani, non più di trenta anni, di tutte le razze, dormivano insieme in giacigli disposti sui tre lati del capanno. Erano belle, ai trapper che le avevano catturate era stato detto che le donne che dovevano catturare dovevano essere tutte belle, giovani e appetitose, ma tra le serve di stalla erano finite le meno belle, come tra le puledre erano finite le più forti. Il capanno era privo di finestre, ma con tanti abbaini, irraggiungibili, sul tetto, a tre metri di altezza, per far penetrare un po’ di luce e di aria. Il tempo di aprire il portone, di sentire le prime grida, e le serve erano già in piedi che si stavano vestendo dei loro miseri abiti. Le pigre e le dormiglione, ...