1. Omaggio a zio Renato - Quinta parte - Messico e Diavoli.


    Data: 31/01/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: reginella24, Fonte: EroticiRacconti

    ... sa..”
    
    Scartai un chewin gum e masticai in modo provocante. Lo volevo. Ma sapevo che non si poteva fare. Se ne andò stralunato. Scelsi un film porno. Travestiti in compagnia di maturi superdotati.
    
    Sedetti. Già dalle prime scene (peraltro girate divinamente) la mia mano scivolò sull’uccello. La sega procedeva ad un ritmo costante. Aumentando la frequenza, dopo 15 minuti, sentivo che il mio cazzo sarebbe esploso. Gridai. Gemetti. Bestemmiai. La sborrata mi colpì in pieno viso. I sussulti del mio corpo diminuivano. Con le dita, raccolsi i candidi fiocchi e avidamente me ne nutrii.
    
    Aprii la finestra. Un turbinio di essenze fulminò il mio odorato: Salvia, limoni, e rose.
    
    Amavo quel luogo. Lì, mi ero ricongiunta a madre terra.
    
    Ero innamorata di me. Narciso in Terra Calabra. Mi piacevo, e volevo far godere il mio corpo, con continue emozioni.
    
    Non mi ero mai sentita così vacca. Così affamata. Così desiderabile.
    
    Volevo restare lì. Volevo essere la Regina della casa. Per sempre.
    
    Nell’angolo dell’immenso tavolo, il vassoio con la polvere bianca mi chiamava a se.
    
    Dieci righe già pronte. Perfette. Chi aveva riordinato la stanza, mi aveva omaggiato di rose rosse e cocaina.
    
    Tirai. Il mondo era mio! Tutto!
    
    Il film ripartì. Provavo invidia per quelle troie che prendevano giganteschi uccelli ovunque.
    
    Antonino entrò senza bussare.
    
    Sedette vicino a me e mi baciò sulla guancia. “Cosa guardi tesoro?” disse. “Ah! È uno dei miei preferiti! Abbiamo gli stessi ...
    ... gusti!”. Porto a sé il vassoio e tirò tre volte.
    
    “Sei fortunata sai, Reginella?” “Davvero?” Risposi.
    
    “Se mi viene riferito ancora una volta che sei in una zona del castello che non sia questa stanza, ti uccido”.
    
    Non avevo paura. Ma sapevo che parlava sul serio.
    
    “Mi perdoni Padrone. Non succederà più”.
    
    Si ammorbidì. Cominciò a leccarmi un orecchio. La sua lingua si insinuò con voluttà tra le mie labbra. Le lingue combattevano con lunghi abbracci. Si spogliò. Ammirò le mie natiche levigate dicendo: “Crapomena è fantastica. Hai visto? E’ scomparso tutto.”
    
    “E’ la migliore”.
    
    Sdraiata di pancia, ammiravo quello splendore. Il simbolo della virilità e della divinità del maschio. IL CAZZO! Si ergeva arrogante, mettendo in bella evidenza, la rosea, gonfia cappella che mi sarebbe scivolata in bocca di lì a poco. Avida, iniziai a succhiare. Lui iniziò a parlare: “ Continua a succhiare puttanella! Mentre spompini ti faccio un discorsetto. C’è una novità: non sei sufficientemente purificata. Il mio Dio, Signore e Onnipotente, Azazèl, vuole che facciamo altri riti” . L’eccitazione che si impadronì di me, mi fece ulteriormente apprezzare l’enorme nerchia che coccolavo in bocca. Aumentai la velocità nella succhiata.
    
    “Sei d’accordo VACCA .. eh..?” Il suo cazzo scivolò fuori dalla mia bocca bollente. Mi fece mettere a pecorina. Il mio buco del culo attendeva trepidante il duro manganello che l’avrebbe violato.
    
    Inserì dolcemente la grossa cappella. Solo quella. Era ...
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