La più bella donna della città
Data: 11/11/2022,
Categorie:
Etero
Autore: NathanNathan, Fonte: Annunci69
... cicatrice frastagliata, attraverso la gola. Era larga e spessa.
"Mannaggia a te, donna," le dissi dal letto, "mannaggia a te, che cosa ti sei fatta?"
"Ci ho provato con un coccio di bottiglia una sera. Non ti piaccio più? Sono ancora bella?"
La tirai giù dal letto e la baciai. Essa si sciolse e rise. "Certi sganciano la grana anticipata e poi,
quando mi spoglio, non gli va più di farmisi. Io mi tengo il decione. È una cosa buffissima."
"Sì," dissi, "da morir dal ridere... Cass, sciagurata, io ti amo... smettila di distruggere te stessa:
sei la donna più viva che io abbia mai conosciuto."
Ci baciammo ancora. Cass piangeva in silenzio. Sentivo sulla pelle le sue lacrime. I lunghi
capelli neri erano sparsi intorno a me come un vessillo di morte. Ci congiungemmo e, piano, con dolcezza, con mestizia, facemmo l'amore, meravigliosamente.
La mattina dopo Cass si alzò e preparò la colazione. Era calma e pareva felice. Cantava. Io restai a letto a godermi la sua felicità. Alla fine venne oltre e mi scosse: "Su, bastardo! Datti una lavata alla faccia e all'uccello e poi vieni a far la pappa."
La condussi alla spiaggia quel giorno. Era giorno feriale e non ancora estate, quindi era
magnifico, così deserto.
C'era una gran pace nell'aria e noi passeggiammo e poi ci sedemmo sull'erba, senza quasi mai parlare. Era bello stare insieme e bastava. Comprai un paio di panini, patatine, e da bere, e mangiammo in riva al mare.
Poi dormimmo abbracciati per ...
... un'oretta. Era in certo qual modo anche meglio che far l'amore. C'era questo fluire via insieme senza alcuna tensione. Quando ci svegliammo, tornammo a casa mia e preparai la cena. Dopo cena proposi a Cass di restare lì da me e di metterci insieme. Stette un pezzo a guardarmi, prima di rispondere, poi disse piano: "No".
La ricondussi al bar, le offrii da bere e me n'andai. Trovai un posto da facchino, l'indomani, in una fabbrica, e per tutta la settimana andai al lavoro. Alla sera ero troppo stanco per andare in giro. Venerdì andai al West End Bar, mi sedetti e aspettai Cass. Passavano le ore. Dopo ch'ero bello sbronzo, il padrone vien oltre e mi fa: "Mi dispiace per quella amica tua."
"Di che cosa?" domandai.
"Mi dispiace. Non lo sapevi?"
"No."
"Suicidio. L'hanno seppellita ieri."
"Seppellita?" domandai. Mi pareva che da un momento all'altro lei dovesse entrare là da quella porta... Come poteva essere sottoterra? "Le sorelle le hanno fatto il funerale." "Suicidata? Me lo sai dire, come?" "S'è tagliata la gola."
"Ho capito. Dammi da bere, un altro."
Bevvi fino all'ora di chiusura. Cass era la più bella delle 5 sorelle, la più bella della città. Non so come ce la feci a tornare a casa in macchina, e badavo a pensare: avrei dovuto insistere, che restasse con me, non arrendermi al suo "no." Tutto lasciava intendere che, a me, voleva bene, Glien'importava. Ma io m'ero comportato troppo alla stracca, sì, come se l'avessi presa sottogamba. No, perché dar colpa ...