1. Prova d'orchestra - prima parte


    Data: 09/07/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: aramis2, Fonte: Annunci69

    ... veramente strano. Volevo afferrarlo, non volevo toccarlo, volevo rendergli il bacio, speravo che mi baciasse di nuovo, speravo, desideravo, sognavo, non comprendevo i sentimenti che mi attraversavano: “È bello, voglio dire. Ma sono spaventato.”
    
    “Da me?”
    
    “Da me, penso.” Tremavo: “Mi sento un po' strano.”
    
    “Anch'io. Giorgio, ho fatto un errore?”
    
    “Non so. Ci devo pensare.”
    
    Ed ancora non aveva tolto i suoi occhi dai miei. E io ero sempre perduto nei suoi occhi.
    
    “Aldo?”
    
    “Sì?”
    
    “Non voglio che sembri stupido?”
    
    “Non importa, non per me.”
    
    “Sei gay?”
    
    “Non so.”
    
    “Se ti rendo il bacio sono gay?”
    
    “Non so, Giorgio.”
    
    “Così...”
    
    “Così cosa sta accadendo?”
    
    “Uhh, davvero. Sì, cosa sta accadendo?” E mi ha baciato, proprio con le labbra completamente sulle mie. Ha penetrato la mia bocca con la sua lingua, mi ha trattenuto nel suo abbraccio, nell'oscurità crescente, davanti alle luci della città, con le sue mani sulla mia schiena, la sua bocca sulla mia ed il mio cervello in un turbine. E gli ho reso il bacio, spaventato ma ancora confortato da lui. Era alto come me, ho notato stupidamente mentre ci baciavamo.
    
    Un motivetto è uscito dalla mia tasca.
    
    “Dannazione. Papà! Sul cellulare!”
    
    Era lui. Quando gli ho risposto voleva sapere dove fossi, chi mi avrebbe portato a casa e quando sarei tornato, minacciando sanzioni se non fossi tornato entro dieci minuti!
    
    “Aldo, devo andare a casa.”
    
    “Lo so, è un po' tardi.”
    
    È salito in macchina e ha ...
    ... acceso il motore.
    
    “Sali!”
    
    Non abbiamo parlato per tutta la strada, a parte le istruzioni che gli davo sulla via da seguire. Quando si è fermato davanti a casa mia mi ha toccato il braccio.
    
    “Non voglio andarmene, so che devo ma non voglio andare. Non so neppure come rintracciarti.”
    
    Gli ho scritto il mio numero di telefono: “Grazie Aldo.”
    
    “Per il passaggio?”
    
    “Non so per cosa, ma grazie.”
    
    Sono sceso dalla macchina ed anche Aldo ha dovuto scendere per aprire il baule per permettermi di recuperare i clarinetti, quindi è rientrato e mentre chiudeva la porta, proprio prima del rumore, ho sentito la sua voce: “Ti amo, Giorgio.”
    
    Ha inserito la marcia, ha lasciato andare la frizione ed è partito a gran velocità prima che potessi dire qualche cosa. Ero a bocca aperta ed immobile dopo la sua partenza? Potete scommetterci! Ma cosa sentivo? Mi sono diretto verso la porta e sono entrato. Sì, sono stato sommerso da una paternale, le conoscete vero? Stare lontano da casa con quello che potrebbe essere un maniaco, stare fuori fino a tanto tardi, come possiamo fidarci di te, fidarci dei tuoi amici, la prossima volta non ti lasceremo uscire; ma sapevo come comportarmi, non si hanno gli stessi genitori per diciotto anni senza imparare come trattarli. Mi sono scusato molto, ho detto che era Aldo che mi aveva accompagnato a casa, che ci eravamo fermati a guardare le luci della città, che avevamo comprato patatine fritte in città, e mi sono scusato di nuovo. Ho detto che mi ero ...