1. Intervista a una trans


    Data: 05/11/2022, Categorie: Trans Autore: corsaro200, Fonte: Annunci69

    Intervista a una trans.
    
    - Ciao, ho letto i tuoi racconti e vorrei che ne scrivessi uno che parli della mia storia.
    
    - Di che si tratta.
    
    Inizia un monologo in cui Gessica trentotto anni si racconta.
    
    “Ho vissuto con mia madre. Mio padre andò via quando avevo tre anni. Ho cominciato a imitarla appena le cose hanno avuto un senso per me. Niente di cui preoccuparsi se fossi nata Gessica, ma sono nato Francesco.
    
    Se da bambino, guardandomi allo specchio, mi volevo vedere adulto, vestiti da uomo in casa non ce ne erano. Potevo solo entrare nei panni di mia madre. Mi piaceva in modo smisurato infilare i miei piccoli piedi in scarpe con i tacchi alti e sentirne il ticchettio, mi avvolgevo intorno al corpo una gonna che pur stringendomela sotto le ascelle con una cintura, mi arrivava fino ai piedi. Uno scialle sulle spalle, un cappellino imbottito in testa e, così acconciato, giravo tutta la casa. Mia madre non mi rimproverava, spesso rideva di questi miei travestimenti e qualche volta me li anche aggiustava. Si raccomandava però che non le rovinassi gli abiti o rompessi i tacchi delle scarpe. Man mano che crescevo cominciai a usare anche i suoi trucchi, rossetti, matite per gli occhi, fondotinta e lo facevo chiudendomi per ore in bagno (in casa c’erano due bagni) e quando ne uscivo i trucchi erano spariti.
    
    Quando crescendo sono passato all’intimo, avevo capito che non era più solo un gioco, avevo un corpo da maschio ma mi sentivo femmina.
    
    Questa mia voglia di ...
    ... cambiare sesso la manifestavo solo nel chiuso di casa mia dove, al riparo dal mondo, mi sentivo libera di far venire fuori la mia femminilità.
    
    A 17 anni la situazione in casa cambiò, mia madre vi fece entrare un uomo. Non era mai successo prima, le amicizie maschili, se ne aveva avute, erano state tenute fuori dal contesto familiare di cui ero l’unico soggetto.
    
    Si chiamava Mario aveva cinquantasei anni e mia madre Loredana ne aveva quarantuno. Era stato invitato qualche volta a cena, era venuto a prenderla per portarla fuori, ma non gli avevo dato alcuna importanza. Era un tipo tozzo, alquanto volgare e rozzo, ma carnale, inadatto secondo me a mia madre. Poi una sera, ancora a tavola, la cena era quasi finita, mia madre disse una frase come fosse un annuncio.
    
    - Francesco, Mario resta qui a dormire.
    
    Prima del suo arrivo, eccettuate le ore che passavo a scuola, la restante parte del mio tempo lo passavo in casa da solo, perché mio madre usciva al mattino e ritornava la sera. Mario invece, libero professionista, poteva gestire come voleva le sue ore, anche lavorare a casa.
    
    La sua presenza, da un giorno all’altro, in casa di mia madre, che consideravo mia, ruppe il mio equilibrio e ridusse i miei spazzi.
    
    Il cambiamento avvenne subito, la prima mattina, quella successiva al suo arrivo in casa, quando, appena alzato, andai in cucina per bere il caffè.
    
    Era primavera, mia madre era già uscita e io, con indosso slip aderenti e maglietta entrai in cucina. Lui era lì, a ...
«1234...»