La regola matematica
Data: 16/10/2022,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: Lula, Fonte: EroticiRacconti
... dottori, lavoro e famiglia non aveva molto tempo.
Dapprima si divisero i luoghi: Daniele andò davanti le scuole e poi nei supermercati , Luigi nei parchi giochi.
Daniele fu avvicinato dai bidelli che gli intimarono di non farsi più vedere altrimenti avrebbero chiamato la polizia. Era stato preso per un possibile pedofilo e, in effetti, poteva sembrarlo: farsi vedere per diversi giorni davanti alla scuola senza avere nessun bambino da prendere, qualche sospetto lo destava. E allora passò ai supermercati.
Luigi, invece, destava meno sospetti. Si sedeva su una panchina con uno dei suoi libri di filosofia, che in più di un’occasione risultò galeotto. Riuscì così a conoscere babysitter, mamme più o meno giovani e a quelle che rispecchiavano i canoni stabiliti, faceva di nascosto delle foto. Ma quando le mostrò agli altri, non ottennero l’approvazione: una era troppo "bora”, una troppo grassa, una aveva il culo basso ecc.
Il primo ciclo di terapie era andato bene. Adesso Marcello poteva stare “tranquillo” per almeno tre settimane e allora i tre approfittarono di questo tempo per andare a vedere la partita della loro squadra del cuore: la Torres di Sassari.
Perché una squadra sarda se nessuno dei tre era sardo? E per di più una squadra di serie D? Tutto risale al 1988: una vacanza itinerante per la Sardegna e si erano trovati così bene a Sassari che decisero di ricambiare quell’ospitalità con la "devozione” alla squadra.
Giocava Ostia Mare - Torres e decisero ...
... così di trascorrere una giornata al mare. Una bella passeggiata sul lungomare, un pranzo veloce e poi allo stadio dove si incontrarono con gli altri tifosi arrivati dalla Sardegna. Baci, abbracci, sistemazione degli striscioni e poi al bar per le birre fresche (perchè ai Torresini non dare birra che non sia ghiacciata!!).
E proprio al bar, mentre stavano pensando a tutt’altra cosa, incrociarono lo sguardo di una donna che stava prendendo un pacchetto di patatine e una bottiglietta d’acqua. Occhi chiari, quasi trasparenti con il sole che li colpiva; capelli castani con qualche riflesso rosso (forse frutto di tinta, con le donne non si può mai essere certi del colore naturale!) ricci ma domati; niente trucco. Indossava un paio di jeans, maglietta nera con un golfino grigio, abbastanza aderente da sottolineare le forme senza essere volgare, e stivaletti Dr. Martens. Prese il suo pacchetto di patatine, la sua bottiglietta senza tappo e se ne andò.
I tre rimasero in silenzio, si guardarono e dalle loro teste sembrava uscisse la nuvoletta dei fumetti che recitava “e adesso come facciano a conoscerla?”.
Ovviamente faceva parte della tifoseria avversaria e durante tutta la partita la cercarono sugli spalti. Volevano almeno sentire la sua voce. Sarà forse troppo “romanaccia”? Troppo sguaiata?
Alla fine della partita (per altro vinta dalla Torres 2 a 1) si trattennero ancora un po’ con gli altri, anche nella speranza di rivederla. Quando uscirono i giocatori della squadra di ...