1. Eneide Postmoderno-Dell’incontro con i Lotofagi


    Data: 05/07/2018, Categorie: Erotici Racconti, Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... ucciso dei predoni?-, chiese il giovane, basito.-Oh sì, viandante. Ne uccidemmo diversi non molti anni or sono.-, annuì Panchen.-Reincarnazione?-, chiese Maghera, -Che cos’é?-.-La vita non finisce con la morte, o fanciulla. Essa é il preludio a una vita nuova di cui nulla sappiamo se non che é modellata come creta dalle nostre mani in questa.-, spiegò Panchen.-Ma… non ricordate le vostre vite precedenti?-, chiese Janus.-No. Ma possiamo riconoscerne gli effetti.-, rispose il capo.-Che sorte terribile.-, disse Aniseus, costernato, -Patire per colpe che furono commesse dall’altro che era chi siamo…-. Panchen sorrise, compassionevole.-Giovane uomo, tu non comprendi. Non poter ricordare é una grazia! Immagina di essere il fautore di stragi e di rinascere come storpio e malato. Non sarebbe forse il colpo di grazia al tuo essere il saperti meritevole di questa sorte?-, chiese. Aniseus rifletté e annuì.-Voi mi ricordate molto i saggi Zehn-Shura di Licanes.-, disse Janus.Vi fu stupore fra gli autoctoni. Panchen sospirò.-Quindi tu conosci i nostri fratelli? Essi perseguivano una via simile ma diversa, sostenendo che le nostre conoscenze fossero vacue e prive di scopo senza la ricerca interiore, paragonando la saggezza insita a un gioiello nel fango che le scritture e la conoscenza esterna rappresentavano. Vi fu uno scisma e duecento di loro lasciarono questo luogo. Ma tu affermi di conoscerli?-, chiese.-Essi furono invero maestri e saggi della mia distrutta patria, o saggio.-, ...
    ... disse Janus annuendo.-Invero, il loro seme dunque germogliò altrove?-, chiese Panchen.-Per cinquecento anni.-, disse il Licaneo.-Essi morirono con la distruzione della vostra patria?-, chiese Panchen.-Invero, si batterono sino all’ultimo con valore.-, annuì l’uomo. Il saggio annuì, pensoso.Batté le mani, rivolgendosi alla sua gente.-Accogliamo gli stranieri! Mandate messi al villaggio di Jala, perché essi siano ospitati e rifocillati!-, esclamò. Subito, due degli arancio-vestiti si dileguarono nella giungla.-Radunate la vostra gente. Non temete: nessuno ruberà o danneggerà i vostri averi, né v’importuneranno. Siete sotto la nostra protezione.-, disse Panchen. Janus chinò il capo, grato.
    
    Il villaggio di Jala si rivleò essere una città fortificata ma tecnologicamente carente. Gli abitanti coltivavano la terra con aratri e vomeri e parevano disporre solo di archi e frecce.Il capovillaggio, una donna sulla quarantina sorrise al loro arrivo.-Benvenuti, viandanti. Abbiamo fatto preparare un banchetto per voi.-, disse.Tutti gli esuli furono fatti sedere e furono serviti di una strana poltiglia grigio-bluastra.-Che cos’é?-, chiese Maghera.-Loto. È pasta di petali di loto. Provvede a gran parte dei bisogni del corpo umano.-, disse un’abitante del villaggio con un sorriso. Gli Esuli mangiarono. Il loto era buono ma insipido.-Niente carne o spezie?-, chiese Tilhea, una delle Amazzoni rimaste.-No, o viaggiatrice, la carne é proibita dai dettami degli Antichi. Le spezie ci sono ma sono ...
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