1. Eneide Postmoderno-Dell’incontro con i Lotofagi


    Data: 05/07/2018, Categorie: Erotici Racconti, Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    Non parve vero a Janus di poter toccare quella terra fine e bianca, il suolo gradevole al tatto e il panorama stupendo. Pareva che gli déi gli avessero accordato una grazia, ma fino a che punto?L’interrogativo della sera prima non l’aveva abbandonato, era anzi tornato, mille volte rafforzato mentre muoveva i primi passi sulle bianche sabbie della spiaggia.Le sentinelle avevano riferito di una notte quieta e calma e nessuno a spiarli, per quel che avevano visto, ma Janus sapeva bene che questo non significava niente. Sull’isola di Gunkal era stato lo stesso per il primo giorno, poi la strage si era scatenata.Lui e la pattuglia esplorativa marciarono lungo la spiaggia, aperti a ventaglio, finché non li videro emergere dagli alberi. Erano vestiti di toghe arancioni, uomini e donne dalle teste rasate.-Pace! Che sia pace tra noi!-, esclamò quello che pareva il capo.-Che sia pace, straniero. Non siamo predoni, ma naufraghi approdati qui per volontà degli déi.-, rispose Janus, abbassando l’arma energetica. Maghera e Aniseus si rilassarono al pari dell’uomo.-Siete arrivati con la tempesta?-, chiese l’uomo. Era calvo, magro, ma insospettabilmente dignitoso nel suo aspetto. Janus notò i suoi muscoli e il fatto che, appesa alla schiena potasse una sorta di vanga di fattura mai vista. Altri brandivano strane armi, catene con strani oggetti bronzei stupendamente forgiati, mazze di squisita fattura, balestre e lame cesellate con immagini di déi e demoni a lui ignoti. Nessuno di loro ...
    ... pareva ostile.-Si può così dire. Io sono Janus, della ormai distrutta Licanes. Con me vi sono le nostre sorelle e compagne del Kelreas, capitanate da Maghera e altri sfollati ed esuli di patria, miei fratelli nella sventura.-, disse indicando l’amazzone che fece un leggero cenno del capo, in diffidente saluto.Il capo degli autoctoni annuì, sorridendo. Proiettava serenità.-Io sono Panchen Lame, il decimo. Che il vostro cuore sia lieto. Saremo onorati di ospitarvi per il tempo che riterrete necessario.-, disse, presentandosi.-La vostra ospitalità ci é enormemente gradita. Ma voi chi siete, o misteriosi ospitanti?-, chiese.-Noi siamo gli ultimi discepli di un grande uomo. Abbiamo tradizioni e lingue diverse ma siamo tutti alla ricerca di una perla dello spirito, seduti acquetiamo la tempesta, finché anche attraversando le fiamme non ne veniamo bruciati.-, disse.-Ma… sull’isola ci siete solo voi?-, chiese Maghera.-No. Ovviamente sull’isola convivono vari gruppi ma si rivolgono al mio ordine per la protezione. Noi siamo i custodi di questo luogo e della sua bellezza. E voi, che venite in pace, siete nostri ospiti.-, rispose Panchen Lame.-Come potete vivere tranquilli con tanti pirati che infestano i mari del mondo?-, chiese Aniseus.Panchen impugnò la vanga. Aveva bordi affilati.-Siamo uomini di pace, abbiamo giurato di condurre alla salvezza tutti gli esseri. Ma talvolta, tale voto richiede che la salvezza sia posticipata alla reincarnazione succcessiva.-, disse.-Avete affrontato e ...
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