1. Buon vicinato 2


    Data: 04/07/2018, Categorie: Etero Autore: elmatador89, Fonte: Annunci69

    [Pubblicata anche la parte 3!!! La trovate sul mio annuncio!]
    
    Era passato qualche giorno dal primo “contatto” con Luisa, la mia vicina sessantenne del piano di sopra. La vidi mentre ero affacciato alla finestra per una pausa dallo schermo. Era ferma sul marciapiede opposto a parlare con un’altra signora. Aveva 4 sacchetti della Pam, pieni di roba.
    
    Ci pensai un attimo, poi mi vestii, come se dovessi uscire. Presi il telefono del lavoro, per ogni evenienza, infilai le scarpe e tornai alla finestra. Attesi che finissero di parlare. Al primo cenno di saluto tra le due, scattai verso la porta d’ingresso, afferrai la bolletta del gas, che avevo ritirato dalla buca qualche giorno prima e lasciata sul mobiletto dell’ingresso, ancora chiusa, e scesi giù per le scale volando. Arrivato giù, aprii la buca delle lettere e mi piazzai lì davanti, con la bolletta in mano. Subito sentii una chiave entrare nella serratura del portone, che si aprì.
    
    Entrò Luisa, carica delle sue borse. Un po’ impacciata, mi salutò, la salutai anch’io. Fece per iniziare a salire, ma la fermai. “Le do una mano, insisto.” Le presi le buste dalle mani, e mi avviai. Salendo dissi che ero appena tornato da fare un giro, per prendere un po’ d’aria.. Lei disse che era andata alla posta e poi a fare la spesa. Capii che non c’era speranza per oggi: troppo fredda nei toni. Arrivati al secondo piano, mi feci di lato, lasciandola passare, così avrebbe aperto la porta, dissi. Lei si avviò, e io mi ritrovai il suo ...
    ... bel culetto vissuto ma sodo all’altezza del mio sguardo. Aguzzai l’ingegno, e lasciai cadere la bolletta del gas, che tenevo in mano, dentro una delle sue buste. Arrivati alla sua porta, lei aprì, io poggiai le buste davanti l’uscio. Lei le tirò dentro, mi guardò e disse “Grazie mille!”. “Di niente, è stato un piacere”, mi girai e scesi in casa.
    
    Le pareti e i solai di questo palazzo non garantiscono un minimo di privacy. Appena in casa, mi misi all’ascolto. Sentii lei aprire il frigo, cigolante, evidentemente per sistemare la spesa. Dopo una decina di minuti, andò in bagno. Prima lo sciacquone, poi dell’acqua che scorreva. Infine, la porta d’ingresso e le mille serrature. Stava uscendo di nuovo? Suonò il campanello. Era lei. Scarpette, stessi jeans di prima, una camicetta a fiori e una borsetta vecchiotta ma carina.
    
    “Ciao. Ho trovato questa nelle mie buste.” disse, porgendomi la mia bolletta. “Poi, Volevo scusarmi, sono stata scortese poco fa...”, aggiunse.
    
    “Si figuri, nessuna scortesia!” dissi. Ci fu una pausa, poi ripresi. “Sta uscendo di nuovo? Attenzione al sole, comincia ad essere forte.”
    
    Lei “Benedetta non c’è?”
    
    “No, rientrerà alle 20” feci io, aprendo poco più la porta, a significare un invito che mi parve da subito eccessivo e sfrontato… ma che lei colse.
    
    Entrò, dicendo “Va bene…”. Non aveva un profumo addosso. La feci accomodare, le chiesi se potevo offrirle qualcosa, accettò dell’acqua, che le portai. Cominciò a guardare le foto appese in cucina. ...
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