Sofia due, l’ospedale
Data: 02/07/2018,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: Piplos_delle_Fusine, Fonte: RaccontiMilu
... collo, sulle guance; cercava la mia bocca ma io mi opponevo girando la testa da un lato all’altro. Con le mani tentava di palparmi dappertutto, sulle tette, sul culo, tra le gambe cercando di raggiungere la fica; avevo un bel da fare per tentare di tenerlo buono. – Sofia, mi piaci un sacco, sei una donna bellissima, impazzisco per te. Ed io. – Dottore, ma cosa fa, non è possibile, mi lasci stare, sono sposata. Cercavo di respingerlo ma mi teneva stretta a se facendomi sentire la sua erezione sulla mia pancia, era eccitatissimo e non mollava, man mano cercava di farmi indietreggiare verso la scrivania, notai che l’aveva ripulita di ogni cosa lasciandola totalmente libera. Una volta sul bordo cercò di spingermi indietro e farmi stendere sulla scrivania, in parte ci riuscì anche perché le mie forze iniziavano a venire meno, lui alto e possente Io piccola e minuta nei suoi confronti. Si posizionò tra le mie gambe e posso solo Immaginare cosa sarebbe successo se un provvidenziale bussare alla porta in maniera insistente lo riportò alla realtà del suo ruolo. Era la caposala che con un “dottore, dottore, presto che una paziente si sente male” lo fece ricomporre e rosso in viso andò ad aprire la porta uscendo nel corridoio. Il giorno successivo comunque ci riprovò, mi fece nuovamente chiamare nella sua stanza, ma la situazione era ben diversa, la scrivania era in ordine, lampada, carte, scrittoio portapenne ecc. Io restai in piedi, tra la sua sedia e la porta pronta a scappare ...
... qualora avrebbe tentato nuovamente di chiuderla a chiave, esordì con una marea di scuse per il comportamento del giorno prima; che era pazzo di me, che ero una donna bellissima, affascinante, che avrebbe fatto di tutto per avermi e di perdonare il tentativo irruento del giorno prima. Non mi fidavo molto ma il fatto che restava seduto dietro la scrivania mi tranquillizzò, e lui, quasi a supplicarmi mi chiese: – Sofia, io resto qui ma mi fai vedere le tette? – Le mostrerò solo se mi farà fare la doccia nel suo bagno privato. Avevo proprio voglia di una bella doccia in un bagno decisamente migliore di quello a servizio dei degenti, e mi sembrava una giusta ricompensa, tanto le poteva vedere durante le visite tutte le volte che voleva. Accettò di buon umore, facendomi segno di recarmi in bagno alla sua sinistra, ci andai e feci in modo di lasciare la porta socchiusa, appendere la vestaglia, togliendo con cura reggiseno e mutandine e poi un caldo getto di acqua sulla pelle. Sapevo che mi sbirciava, ma mantenne l’accordo rimanendo seduto, così alla fine della doccia, indossai le mutandine e rimasi senza reggiseno, uscii così dalla doccia asciugandomi il seno in tutti i modi, facendo indurire i capezzoli e fissandolo negli occhi e sotto la scrivania. Aveva una vistosa erezione, si toccava la patta da sopra i pantaloni e la mia vendetta era compiuta, eravamo pari.
Anche quella sera la cena fu servita per le 18,00, la consumai come al solito, tanto era il solito brodino con i chicchi di ...