1. Nera come la frustra


    Data: 28/08/2022, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Blacknoble, Fonte: Annunci69

    ... viola, così stretto che si capiva che doleva. La mia eccitazione crebbe, mi misi due dita sul clitoride e cominciai a masturbarmi, il piede nella sua bocca, le mie dita nella vagina.
    
    Dopo, lasciai che Paolo, con la stessa diligenza, mi ripulisse la figa e il cappotto con la lingua. Poi mi alzai, presi il guinzaglio girandomi appositamente per fargli vedere il mio culo nero alto e sodo. Avevo rimesso i tacchi e le cinghie di pelle nera che mi conferivano un’aria perfidamente perversa.
    
    “Dov’è la stanza?”, gli chiesi.
    
    Mi indicò la scala. Sorrisi quando la vidi. Paolo, nelle nostre conversazioni, mi aveva accennato che aveva una stanza dei giochi. Ma i maschi quasi sempre sono esagerati e non davo molto credito a ciò che dicevano in generale perché, puntualmente, la realtà si rivelava molto al di sotto delle aspettative suscitate. Almeno di solito, ma Paolo diceva il vero.
    
    Eccetto il muro dove si trovava la porta, le tre altre pareti erano ricoperte interamente di specchi. Al centro della stanza campeggiava una gogna. Sulla sinistra era sospesa una croce, sulla destra, fissate al muro, pendevano alcune catene con manette alle estremità, in fondo una sex-machine e, in bella mostra su un raffinato mobile antico, vi erano numerosi tipi di fruste, tra cui una snake e un gatto a nove code. Continuando a guardarmi intorno, notai gli oggetti più astrusi, persino per me che non ero certo una novizia. Strumenti di tortura e di umiliazione assolutamente originali.
    
    Paolo ...
    ... sembrava compiaciuto della mia reazione. Carponi, mi osservava godendo delle mie reazioni.
    
    “Cazzo...” mi venne naturale esclamare.
    
    Dopo aver lasciato che Paolo andasse a prendere un’altra bottiglia di champagne, cominciai ad esplorare minuziosamente la stanza.
    
    In una cassettiera erano riposti una miriade di strap-on, di vibratori di varie dimensioni, tra cui uno persino più grosso del mio braccio. E, ancora, vi erano gel lubrificanti di varie marche e dai gusti più esotici, stringicazzi come quello che indossava e altre cose di cui non potevo nemmeno immaginare l’uso. Paolo tornò mentre stavo ancora guardando e si sedette in un angolo ad aspettarmi docilmente.
    
    Sentivo le mie gambe inumidirsi. La mia figa stava colava senza sosta. Mi girai e mi guardai allo specchio. Tutta nera, le cosce luccicanti di umori e lì, in quell’angolo raggomitolato, Paolo.
    
    Gli legai i polsi alle manette che pendevano dalle catene e scelsi una frustra. Con quella accarezzai prima a lungo il suo sedere, poi alzai il braccio e gli assestai la prima frustata sulle natiche. Lo stesso brivido ci percorse assieme.
    
    Mentre i segni rossi si facevano sempre più evidenti, decisi di smettere. Quell’adrenalina si trasmetteva dal braccio al cervello e la tensione erotica era così forte da diventare a malapena sostenibile. A quel punto scelsi un strap-on enorme.
    
    Con l’aiuto di un gel, riuscii agevolmente ad entrare fino a buon punto nel suo sfintere. Mi muovevo piano per percepire le contrazioni ...