La lunga notte – cap. 2
Data: 20/08/2022,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Racconti Erotici,
Autore: Lord Byron, Fonte: RaccontiMilu
Cap. 2
Sono stanca, affranta, vorrei essere lontana mille miglia da questo marciapiede, vorrei che fosse già tutto finito. Osservo Marina e Jasemin, sono giovani, massimo vent’anni ma sulla seconda non giurerei che sia maggiorenne. Quando non ci sono auto in vista scherzano tra loro e parlano o mandano sms con i cellulari, in continuazione. Ancora fari che si avvicinano, una panda rossa, di vecchio tipo accosta. Marina mi è accanto “Questo credo toccherà a te” e si avvicina alla portiera. L’uomo dentro mi sembra grande e grosso, si sdraia verso la portiera per far scendere il vetro con la manovella. Sento solo la voce di lei. “Ciao… sono cento come le altre volte… lo so, sono tanti soldi… no, viene la mia amica, ma tu paga a me… no, sta tranquillo, sarà bravissima e docile come un agnellino…” vedo che infila un braccio nell’abitacolo, l’uomo le mette in mano due banconote, poi si rivolge verso di me. “Angela?” Mi avvicino mentre lei mi apre la portiera e mi sussurra “non provare a chiedere aiuto, o Dasho ti farà pentire di non essere morta prima. È un consiglio da amica”
Salgo “Ciao, ti chiami Angela allora?” Annuisco. Lo osservo, è un ciccione immenso, peserà almeno centoventi chili e soprattutto non si deve lavare da giorni. È sudato, disordinato come l’interno della sua auto Capisco perchè non lo vogliano. “Solito posto?” “Si, rispondo voltando la testa dall’altra parte. Si avvia verso il solito sterrato, arriva nella radura dove l’auto con Valjet sta rimettendo in ...
... moto sterza verso un albero, una zona poco illuminata e spegna il motore. “Come ti chiami?” dico cercando di rompere il ghiaccio “Enrico” risponde sfilandosi la maglietta lercia che copriva un petto pieno di peli e la pancia enorme. “Ti spogli?” “Certo” e mi tolgo la mini e la maglia. Il perizoma è andato perso chissà dove prima. “anche le autoreggenti, ti voglio nuda come mamma ti ha fatto” Dice guardandomi ridendo. Chissà perché provo un senso di disagio a togliermi le calze, una sensazione che non avevo provato un attimo prima. Resto completamente nuda. Lui si sfila i pantaloni con una fatica che gli fa imperlare il petto di gocce di sudore, poi tira indietro il suo sedile e fa scendere lo schienale, sdraiandosi. “Vieni, prendimelo in bocca” Mi avvicino. Il suo odore intenso mi colpisce le narici, cerco di respirare solo con la bocca. Con la mano sposto la piega dell’addome che copre un pene minuscolo, reso ancora più piccolo dall’adipe che lo circonda. È mollo, con le mani cerco di risvegliarlo, poi lo prendo in bocca ancora inerte. È amaro, segno di poca pulizia credo. Con la lingua lavoro la cappella e sento i primi segni di vita mentre le sue mani percorrono con rudezza le mie cosce e cercano la mia fica. Comincio ad andare su e giù riempiendolo di saliva per cercare di ripulirlo in qualche modo. “Brava zoccola, succhialo per bene. Guadagnateli ‘sti cento euro” Mi mette una mano sulla testa guidando il mio movimento. Ogni tanto l’odore mi colpisce come un pugno nello ...