1. Colazione Da Alessia


    Data: 07/08/2022, Categorie: Etero Incesti Autore: auditore, Fonte: RaccontiMilu

    ... che faceva dell’immagine e dell’apparenza il proprio mestiere, insieme a mia sorella che per contro non era né in forma ne bella e neppure curata nell’abbigliamento, era come ammettere a tutti che avevi ingaggiato un gigolo.A due giorni dal ritrovo con i colleghi universitari, Alessia tornò a casa dal lavoro con una bella torta sacher; dopo cena la tagliammo e nel bel mezzo di quattro chiacchiere informali, mi disse:-Forse ho trovato una soluzione Luca!--Soluzione a cosa?- chiesi con la bocca piena di torta al cioccolato-Beh- prese tempo mentre sminuzzava nervosamente il tovagliolo di carta -Se riuscissi a convincere tutti a cenare qui a Pontassieve, con una mia collega che starebbe qui a casa a farci da “palo”, beh non vedo perché non potresti fingerti tu mio compagno per una sera. Inoltre in sette mesi, i carabinieri si sono sempre presentati tra le 18 e le 19-.Sentendo quell’assurda richiesta mi ingozzai con la torta e dopo qualche secondo di apnea sputai nel piatto il boccone che mi stava soffocando:-Che cazzo ti salta in testa Alex? Sono agli arresti domiciliari per la miseria! Vuoi farmi rinchiudere? E poi col cazzo che mi fingo tuo compagno! Ho anche 10 anni in meno! Come potrebbero crederci? Ma poi che schifo, sei malata--Sei un coglione, uno stronzo! Tu mi fai schifo- e come tutte le nostre litigate finimmo per non guardarci più in faccia ed ognuno si recò nella sua stanza.In mansarda mi concentrai nella lettura di Hemingway e del suo capolavoro “Per chi suona ...
    ... la campana”; purtroppo però non riuscivo ad immedesimarmi come al solito nel buon Robert Jordan, corrispondente nella gherra civil spagnola.Il pensiero che Alessia si era arrovellata la mente per una soluzione disperata, mi faceva sentire uno schifo per come avevo smontato il suo piano e per come l’avevo insultata.Scesi le scale e la trovai con già indossato il pesante pigiama in pile, mentre sparecchiava la tavola abbandonata dopo il litigio.Con gli occhi di chi aveva appena smesso di piangere, mi guardava con odio e disperazione:-Alex ho paura di essere beccato, e se mi allungano la pena? E se mi denunciano per tentata evasione? E se mi sbattono in galera?-.Le tornarono a sorridere gli occhi e contemporaneamente il peso sul mio stomaco per averla fatta soffrire si sciolse:-Luca ho pensato a tutto: la mia collega Maria starà qui a casa con il telefono pronto; noi saremo a cena all’ Artemide che dista 300 metri da qui. Tu correndo ci impieghi 2 minuti a tornare e se entro dal garage diremo che sei andato a buttare la spazzatura. Non succederà nulla, fidati di me!- non risposi subito.Pensai prima ai rischi elevati di esser visto, poi però pensai a quello che mia sorella aveva fatto e stava tuttora facendo per me, in un momento in cui tutti mi avevano voltato le spalle:-Se dovesse succedere l’irreparabile, mi porterai le arance in prigione?- e indirettamente capì che avevo accettato.La giornata successiva passo come al solito tra qualche lettura e i soliti mestieri; Alessia ...
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