1. Eravamo 4 amici al bar/ 1 - caterina e lucia


    Data: 23/07/2022, Categorie: Tradimenti Autore: Honeymark, Fonte: Annunci69

    ... palle.
    
    Infilò il reggiseno e si girò per chiedermi di allacciarglielo. Lo feci.
    
    Mia moglie stava mangiando un frutto che si era portata con sé.
    
    - Complimenti, –dissi a Caterina. – Le tue tette sono da esposizione!
    
    - Oh, le hai notate finalmente! – Sbottò. – Credevo che non te ne saresti mai accorto.
    
    - Caterina – farfugliai, – sei la moglie di un amico e...
    
    - Balle! – Disse con tono duro. – È ora che mi sbatti. Se aspetti ancora un po’, le tette guarderanno verso il basso!
    
    - Dai, sta’ zitta. Potrebbero sentirci.
    
    - Stasera, in casa. – Disse allora. – Dopo cena andremo a fare due passi io e te e scoperemo in macchina.
    
    - Stai scherzando?
    
    - No, ma non preoccuparti, farò tutto io.
    
    Mi lasciò di sasso e attesi la sera con trepidazione domandandomi che cosa avrebbe fatto.
    
    - Venire a prendere un ammazzacaffè alla Clubhouse? – Domandò a me, a mia moglie e a suo marito.
    
    - Per carità! – Rispose il marito. – Dopo un giro di golf con questo caldo sono cotto come uno strofinaccio. Andate voi se volete.
    
    - Io rimango, – aggiunse mia moglie. – Andate pure, noi restiamo qua.
    
    Caterina mi prese per un braccio e con il suo fare da donna disinvolta mi accompagnò al garage.
    
    - Guarda che ci conviene andare a piedi. – Le dissi.
    
    - Salta in macchina! – Mi ordinò invece.
    
    Io salii sulla Mercedes e mi allacciai le cinture.
    
    - Non allacciartele! – Disse subito.
    
    Cliccò dei pulsanti e gli schienali si abbassarono e si spostarono indietro. Preso ...
    ... alla sprovvista rischiai di rotolare indietro e lei ne approfittò per saltarmi sopra. Mi slacciò i pantaloni, mi abbassò gli slip, mi prese in mano l’uccello e lo sbocchinò con abilità. Automaticamente mi tirai indietro sullo schienale abbassato. Lei la prese come un’autorizzazione a procedere e si diede da fare per mettersi comoda. Poi si sedette sopra. Lavorò di culo fino a imboccarlo con la figa e infine se lo infilò sedendosi sopra. Il mio cazzo, senza che io lo volessi, si era alzato fin da quando si era avvicinata a lui con le labbra.
    
    Soddisfatta dell’autopenetrazione, iniziò a sbattermi, mentre io stavo fermo come un salame. In breve lei venne, mentre io ero ancora inebetito.
    
    - Ora ti faccio venire come piace a me. – Disse.
    
    Si tolse la maglietta, gettò il reggiseno da qualche parte e mi sbatté le tette sul cazzo per fargli sentire la solida morbidezza della sua quinta misura. Lei era in ginocchio in uno spazio angusto, però sapeva lavorare di tette. Quando le parve il momento giusto, lo prese in bocca e lo succhiò con avidità. Ogni tanto mi guardava in su con gli occhietti per capire a che punto ero, poi si diede da fare alacremente e mi fece venire come una bottiglia di champagne. Urlai come un leone e mi lasciai andare.
    
    - Urla pure! – Esclamò con la bocca impastata. – Qui non ci sente nessuno.
    
    Poi continuò per non perdere neanche una goccia. Le piaceva proprio lo sperma.
    
    Se io fossi stato una femmina e lei un maschio, si poteva dire che mi aveva ...
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