1. Marco


    Data: 03/07/2022, Categorie: Voyeur Autore: PabloN, Fonte: EroticiRacconti

    ... potesse riavvolgere. Come se sua moglie potesse essere ancora viva se, un autore, per un motivo sconosciuto, avesse scritto ch’ella ancora avrebbe respirato l’aria di questo pianeta. Illusione, si. Ma illusione cosciente, dolorosa, seppur necessaria a che lui potesse trovare la forza di respirarla, quell’aria.
    
    Fu li che la conobbe. Anna. Più giovane di qualche anno, una bellezza discreta, non esibita. Non per questo meno bella.
    
    Non parlava molto. Anzi, se si escludono gli argomenti strettamente attinenti il lavoro, non sembrava interessata ad intrattenere qualsivoglia discorso.
    
    A lui, Anna, piaceva. Gli piaceva quell’alone di mistero, la sensazione di aver di fronte un essere irraggiungibile, in questo così simile a lui. Si sentiva in colpa per questo. Combattuto tra il ricordo di un amore dolorosamente sottratto e l’interesse per un’altra donna, seppure sfuggente. Forse proprio perché sfuggente.
    
    Anche il corpo di lei gli piaceva. Anche se sempre avvolto in abiti che, se non castigati, di certo non ammiccavano, il suo corpo attirava sempre il suo sguardo.
    
    Sarà stato per quel modo fiero di muoversi, quello sguardo dritto. Forse per le mani, curate, nervose. Lievi sulle pagine dei libri. Mani di cui si sorprendeva a fantasticare carezze impudiche, provandone poi vergogna.
    
    Che dire poi dello sguardo? Raro che si posasse su di lui, ma quando accadeva sentiva come se lo trapassasse da parte a parte, una spada che non uccideva ma feriva il cuore e toglieva il ...
    ... respiro.
    
    Si ripeteva che non doveva. Tentava di evitare di stare da soli, di guardarla e di parlarle. Ma accadeva. Lei era spesso in archivio e, se necessario, chiedeva il suo aiuto per prelevare o riporre pesanti volumi.
    
    Lo faceva sempre con il suo fare gentile ma algido, distaccato. Lui era un inserviente, nulla di più. Ma si può impedirsi di provare ciò che si prova? Marco continuava a fantasticare, consapevole dell’assurdità di tali pensieri ma incapace di allontanarli dalla sua mente.
    
    Ma se, come si dice, la dove abbonda il peccato sovrabbonda la Grazia, seppure nessun peccato ci fosse, la Grazia decise di dare il meglio di sé. Così, per sfizio si potrebbe dire.
    
    Una sera, quando ormai le luci erano spente e Marco s’appressava a portare a termine le sue ultime mansioni quotidiane, un rumore attirò la sua attenzione. L’ora era più tarda della norma, poiché quel giorno si era preso in paio d’ore di permesso per svolgere alcune incombenze burocratiche e doveva, quindi, recuperare il tempo perduto.
    
    Dapprima non comprese donde provenisse il rumore. Le sale apparivano vuote e silenziose, gli uffici del piano abbandonati dai loro temporanei abitanti.
    
    Seppure un po’ timoroso Marco si avviò alle scale che portavano all’archivio, unico locale non visibile dalla sua posizione.
    
    Un tuffo al cuore lo colse quando vide la luce filtrare sotto la porta socchiusa.
    
    Calma, si disse. Potrebbero averla scordata accesa. Contro tale tesi vi era che solo Anna scendeva in ...