1. Il passaggio generazionale


    Data: 17/06/2022, Categorie: Etero Autore: Candido1967, Fonte: Annunci69

    Finalmente al posto di comando. Nell’ufficio di mio padre, seduto alla scrivania di mio padre, sulla sua poltrona dirigenziale. Da oggi l’agenzia è tutta mia. Le pareti, i mobili, le macchine d’ufficio ed i computer, i quadri appesi ai muri, la clientela e… la segretaria.
    
    Dopo la mia laurea ed un paio d’anni d’affiancamento, il mio “vecchio” ha deciso di andare in pensione e di lasciare l’agenzia a me. Oggi passerà per le ultime disposizioni e per mostrarmi, così ha detto, un qualcosa di piacevolmente sorprendete che allieterà il mio lavoro in ufficio.
    
    Voglio subito provare l’ebbrezza di essere il capo. Il capo unico. Citofono a Valentina e le chiedo di portarmi la pratica di apertura sinistro del sig. Conti. Aggiungo “chiedi a mia moglie. Lei sa dov’è. Ha aperto la pratica ieri mattina”. Dopo pochi minuti Valentina bussa alla porta. “Avanti”, le dico; entra sorridente con la pratica in mano.
    
    Quando mio padre l’assunse in agenzia non aveva ancora vent’anni. Neo diplomata ragioniera. Io, in quello stesso anno, avevo fatto la maturità classica. L’aveva incontrata in palestra. Il suo corso di ginnastica aveva gli stessi orari del corso di danza moderna che lei frequentava. Non gli fu difficile attirare la sua attenzione con l’allettante prospettiva di una offerta di lavoro. Poi del resto, di un uomo educato e gentile che anagraficamente poteva essere il padre, la ragazza si fidò subito senza avere remore o paure nel farsi abbordare. Così, dopo pochi mesi dalla ...
    ... maturità, aveva un buon posto fisso e ben pagato. Non male. All’epoca passavo di rado in agenzia ma ricordo perfettamente la prima volta che la vidi. Ne rimasi folgorato. Il suo sorriso mi lasciò letteralmente senza fiato. Era una vera e propria dichiarazione d’intenti quel sorriso: significava chiaramente sono una persona trasparente, sincera e felice di vivere. Alta e snella, aveva seno piccolo, gambe lunghe e perfette, un culo tondo e proporzionato da far gridare al capolavoro. I capelli biondi e lunghi, che all’epoca potava, risaltavano perfettamente sulla sua pelle chiara ed i suoi occhi verdi. Nel complesso una gioiellino di ragazza come è raro incontrare quotidianamente. Me ne infatuai ma non ci provai mai con lei sia perché ero già fidanzato da un paio d’anni con Paola, che sarebbe poi diventata mia moglie, sia perché non volevo creare casini nell’ambiente di lavoro di mio padre. Decisi, per non essere tentato, di frequentare il meno possibile l’agenzia per tutto il periodo dei miei studi universitari.
    
    Ed oggi eccola davanti a me, la mia segretaria. Indossa calze nere a righine che le assottigliano ancora di più le gambe ed ha una gonna con lo spacco che, mentre ancheggia sulle scarpe con tacco sette, lascia intravedere il triangolino della coscia. La camicetta bianca lasciata sbottonata nel punto giusto per mettere in mostra l’attaccatura dei piccoli seni. In mezzo a questi un filo di perle. Della stessa perla sono anche gli orecchini. Un ombretto grigio apporta luce alla ...
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