Il ragazzo diverso
Data: 23/06/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Judicael Ouango, Fonte: EroticiRacconti
... e a qualche pompino, ma nulla di più.
Quando arrivai a casa di Antonio, ero terrorizzato. Ero vergine e non osavo immaginare cosa avrebbe potuto chiedermi Antonio per ricambiare il favore. Tremavo quando passai l’uscio della porta con la mia valigia.
“Ciao Mamadou”, mi disse Antonio abbracciandomi.
Risposi con una voce flebilissima e con gli occhi cercai un angolo per nascondermi.
Volevo farmi piccolo piccolo per la vergogna. Non avevo davvero nulla con cui ripagarlo. Mio padre non voleva più sentire parlare di me, e mia madre era d’accordo con la sua scelta. Voleva che tornassi “uomo”, in caso contrario non voleva più vedermi nemmeno lei. Anche i miei fratelli che ritenevo di mentalità più aperta, presero tutti le parti dei miei genitori. Mi rimase solo Awa, la mia sorellina più piccola. Ma la sua opinione non contava, lei mi ribadì il suo amore e il suo affetto quando lasciai casa. Difatti, sarei sempre rimasta in contatto con lei.
Da Antonio mi ci aveva accompagnato Alessandro che si trattenne con noi un paio di ore. Mi fu offerta una birra, ma non avevo mai bevuto alcolici fino ad allora. Rifiutai e optai per una Coca-Cola. Antonio mi mostrò la mia stanza.
Era molto gentile. Una decina di anni più grande di me, il viso ben curato con un impeccabile pizzetto, il corpo atletico e ben proporzionato. Le sue labbra erano di un rosa intenso, molto sensuale, ma lì per lì, ero talmente intimorito da non poterlo apprezzare cosi come avrebbe meritato.
Ero ...
... nella mia stanza. Avevo paura, una fifa pazzesca. Non avevo mai concepito un futuro che potesse esulare dalla scuola fino ad allora, dalla mia famiglia, dagli equilibri sicuri. Molti dei miei coetanei avevano lasciato gli studi per lavorare, ma il tipo di lavori che erano costretti a fare, senza un adeguato titolo di studio, non faceva per me. Volevo un’indipendenza economica tale che mi consentisse di essere me stesso liberamente. Come tutte le persone represse, sognavo la libertà incondizionata. Fu, quindi, fu per me un duro colpo perdere il riparo della famiglia, la certezza di studiare, ma ancor di più, l’amore di un clan, il mio clan.
Mi addormentai vestito, con le gambe penzolanti fuori dal letto. Le emozioni mi avevano sopraffatto. Sentii alcuni rumore provenire dal piano di sotto, avevo sete. Pensai che fosse Antonio, e mi accinsi a scendere. I miei piedi nudi non facevano rumore sul marmo del corridoio. Quando arrivai all’inizio della scala, sentii distintamente:
“Oh sì, ancora, ancora!”.
Mi arrestai di colpo ed arretrai. Poi, con circospezione, mi sporsi per avere una visuale migliore, mosso dalla curiosità.
Antonio era dietro ad una ragazza piuttosto formosa e truccata in modo esagerato. Le teneva i capelli con una mano mentre con l’altra le schiaffeggiava il culo.
“Ti piace troia?”, ripeteva di tanto in tanto mentre il suo cazzo lucente entrava e usciva senza sosta dal sesso della ragazza.
“Amore, sbattimi, sbattimi ancoraaa!” urlò lei ad un certo ...