Cronache dalla città di Nefalia
Data: 31/05/2022,
Categorie:
Anale
Hardcore,
Sesso di Gruppo
Autore: Andy88xy, Fonte: xHamster
... sul massiccio bancone, qualcuno indicava lei, proprio lei.... Allora arrivava il Boia, il buttafuori chiamato così per il cappuccio di pelle nera che portava. Il Boia si faceva largo tra le ragazze che non erano state scelte menando fendenti con il suo frustino, poi prendeva la prescelta per il collare e la indicava all’uomo sollevandole il mento con il manico del frustino. Quello faceva un cenno con la testa, e da quel momento lo sconosciuto era il suo Padrone.
Le schiave esposte sul bancone erano legate da una sottile catena ai ganci posti sopra il palo o sul basso soffitto. Il Boia prendeva dalla propria cintura un mazzo di chiavi, apriva il lucchetto del collare della schiava e vi fissava un guinzaglio. Poi le ammanettava le mani dietro la schiena, e così preparata la conduceva lungo il bancone fino alla scala da cui si scendeva. Quindi consegnava il guinzaglio al padrone.
Alcune ragazze accettavano quel lavoro ponendo delle condizioni. Non essere frustate oltre una certa misura, o non essere prese da più uomini o cose legate alle feci, ma lei, la schiava, non avrebbe mai posto condizioni.
Capitava che nelle salette del privè il Padrone si portasse dietro la sua amante. La schiava non aveva alcuna tendenza lesbica (né altre tendenze in verità) ma queste signore che magari si coprivano gli occhi con maschere veneziane, che eccitavano i mariti vestendosi di cuoio e frustandoli erano stupide perchè credevano in tal modo di legare a sé i propri uomini, ma intanto ...
... erano la schiava, che pagavano per avere, e solo sulla schiava sapevano essere sinceri. Certo c’erano anche le donne veramente dominatrici, e queste erano per le ragazze altri padroni e basta. Odoravano di potenza come gli uomini, e Antonella godeva a soddisfarle come avrebbero fatto con qualsiasi altro padrone.
I padroni, solo Antonella, dopo tutti quegli anni di sagrestia che poteva essere un ottimo sostituto della dark rooom, luogo in cui, sotto le sottane nere dei preti, succedono le più indecenti oscenità, li prendeva davvero. Odiava i corteggiatori, quelli che ti stuzzicano il clitoride per farti bagnare, così poi sperano di scoparti e se hanno coraggio ti chiedono pure un pompino per favore. Quanta falsità in tutto ciò, quanta viltà. Con lei no, dietro le tute di cuoio, le calze a rete sfondate, le catene ed i cazzi di gomma, lei e solo lei conosceva la verità. Le patetiche mogliettine cui il maritino sogna di fare il culo, le fidanzatine che se la tirano e non sanno che il loro principe azzurro gode a succhiare un vibratore appena uscito dal suo culo sfondato. Queste donne non avranno mai un uomo: solo cazzate, moralismo e romanticherie.
Nella saletta il padrone forse le avrebbe slegato le mani, forse l’avrebbe violentata così com’era, o prestata ai suoi amici per poi venirle in gola. Le frustate non la spaventavano, né essere sodomizzata, e sperava di avere sempre cazzi da succhiare, da mungere, da infilarsi. Era triste solo quando, dopo che aveva inghiottito ...