Francesca- primi due racconti riveduti e corretti
Data: 29/05/2022,
Categorie:
Racconti Erotici,
Etero
Lesbo
Autore: 1948, Fonte: RaccontiMilu
... frattempo, a turno, loro pomiciano e si fanno sgrillettare dai loro ragazzi” “Per far scopare come fanno?” chiede Angelo. “Non l’hanno mai fatto, che io ne sappia, si fanno toccare la fighetta e poi a casa si fanno tanti di quei ditalini che non ti dico” “Tu come lo sai?” “Me lo dicono. Stanno facendo di tutto verso di me perché non ho un maschio, perché non mi faccio toccare, vogliono sapere di me cosa faccio e perché sono insensibile alle loro domande” “E tu lo sei veramente?” incalza lui. “No, non lo sono. Non voglio dire niente a loro perché poi lo riferiscono alle altre loro amiche e così tutto il paese verrebbe a sapere che mi faccio da sola e non mi faccio sditalinare dai maschi” “Quindi sei vergine?” “No, non lo sono più da qualche mese fa; durante l’estate al mare ho avuto un ragazzo e lui mi ha sverginato” e dopo un istante di tregua in cui forse si aspettava un’altra domanda “Loro mi provocano chiedendo delle mie fantasie e dicendomi che cosa provano, quali sensazioni hanno mentre il loro ragazzo le tocca. Ti dico un segreto e spero che non vada a dirlo a tutti. Nota come sono vestite la mattina a scuola. Se hanno la gonna vuol dire che hanno voglia di essere toccate da un ragazzo, se hanno la camicetta con un maglione aperto sul davanti sono disponibili ad essere toccate e leccate da una della classe, se hanno le calze bianche significa che hanno il reggicalze e che all’uscita di scuola hanno appuntamento al solito bar con il ragazzo che le accompagnerà poi a ...
... casa, se hanno i pantaloni hanno le mestruazioni oppure non devono incontrare nessuno” Francesca continuò dicendo “Hai notato le loro dita?” “No, non mi dire che hanno un significato?” “Sì. Usano un’unghia finta con il colore della maglietta dell’amica che le accompagnerà in bagno per sgrillettarsi quel giorno” Angelo è rimasto sbalordito ed anche affascinato dalla furbizia di quelle ragazze. Il loro numero per aula era minore di dieci, quindi era sufficiente avere solo tre o quattro unghie di colore diverso ed il gioco era fatto. Francesca intanto si è distesa sul sedile e lo aveva un po’ inclinato. “Dimmi di te?” ha chiesto lui. “Non so da dove iniziare, non ho il coraggio” “Inizia da dove vuoi. Non guardarmi in faccia così non ti intimidisco” ha risposto lui e dopo un attimo di silenzio “Mi piaci. Per me dirtelo è uno sforzo disumano” ha detto Francesca diventando rossa ed assumendo un atteggiamento difensivo e rigido, aspettandosi chissà che cosa. “Era tutta qui la difficoltà?” ha chiesto Angelo. “A te sembra tutto facile perché sei bello, vesti bene, hai la macchina, hai carisma, sei bono, ecco! Sai quante ragazze in istituto sono cotte di te? Piaci a molte di noi ma per vergogna o perché non ne hanno il coraggio non si fanno avanti. Guarda che la tua materia la seguiamo perché sei bravo e comprensivo con noi” “Non so che dirti!” ha detto lui “Anche tu mi piaci e non da oggi. Ho notato che fate le civette con me e pensavo che fosse un atteggiamento per ingelosire i compagni ...