La fantasia
Data: 07/05/2022,
Categorie:
Erotici Racconti,
Racconti Erotici,
Etero
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... -Buono.-, dice. Ne prende un secondo, poi mi passa la bottiglia. Bevo e la ripongo. Chissà che non venga utile dopo. -Beh, mi spiace non essermi presentato. Alexander.-, dico. Lei sorride e mi stringe la mano. La sua è calda e trasmette un brivido elettrico al mio membro decisamente attento. -Chiamami Sita.-, dice. Io la guardo. Sita, la sposa di Rama, l’avatara di Vishnu protagonista del Ramayana. Annuisco e sorrido decidendo di non pensarci. -Dunque, cosa facevi qui?-, chiedo. Sita sorride guardandosi attorno. -È così bello qui… può un animo sensibile non apprezzare il panorama? La tranquillità e la bellezza di luoghi così?-, chiede. Io sorrido. Ha ragione e questo mi ricorda perché sono qui. -Cosa porta invece te, in questo posto magnifico e sereno?-, chiede. Il mio sorriso scompare. -La ricerca di serenità. Di armonia. Di oblio.-, sussurro. Non so perché io glielo stia dicendo. So solo che voglio essere sincero. Che qualcosa mi spinge a parlare. Sita mi guarda con curiosità. Quando parla, le sue parole mi colpiscono. -Tutto ciò lo puoi trovare anche altrove. Perché qui? Io sento che tu soffri.-, dice. Annuisco. Inutile negare l’innegabile. -Avevo una compagna, Maghera. Se n’è andata.-, dico. Sita ascolta, senza interrompere. -E la vita senza di lei ti pare insensata?-, chiede. -Non lo è forse mai? Per anni ho cercato, sperato, pregato che qualcosa scuotesse l’eterno scorrere del tempo. Ma nulla è accaduto. L’universo ruota immobile sul suo asse.-, ora la mia tristezza ...
... affiora. L’incomprensione del mio tempo, l’eterna lotta per tenere la testa fuori dall’acqua, l’indifferenza apparente del mondo che mi circonda. L’eterna e inutile ricerca di un essenziale che pare eternamente inafferrabile! Improvvisamente, Sita ride. Il suo riso cristallino mi spiazza, mi lascia interdetto. -Hai davvero una bassa opinione di te e della vita se permetti a questo di buttarti giù.-, dice. Il mio stupore diviene rabbia. Scuoto il capo. -Che diritto hai di dirmi ciò?-, chiedo. -Il diritto di chi sa che sei migliore di così, Alexander. O devo chiamarti con altri nomi?-. -Che vuoi dire?-, lo stupore quasi mi mozza il fiato. Come può conoscermi tanto bene? -Hai tanti nomi. Sei molte cose. Ma dentro di te senti ancora quel dolore sordo, quella mancanza. A mancarti non è una compagna, non uno scopo. È qualcos’altro. Qualcosa che devi trovare dentro di te.-, dice la giovane. Io ascolto, improvvisamente conscio che le sue parole sono veritiere. -È dentro di te che devi trovare quel qualcosa. Quella forza che cerchi è già qui.-, dice battendomi il petto con due dita. Il contatto con le sue dita mi eccita oltremisura. Pur essendosene probabilmente accorta, Sita resta impassibile, il bel viso striato dai tatuaggi sulle gote. Sono simboli interessanti, quelli sulle gote. Due ruote del Dharma… Simboli buddhisti e lei ha un nome indù tipico della mitologia. C’è un sacco di roba che non quadra. Non capisco… Non capisco troppe cose e improvvisamente rinuncio a capire. -Pensi ...