La trasformazione di Jennifer – Cap.19
Data: 19/06/2018,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Cuckold
Dominazione / BDSM
Autore: me1268, Fonte: RaccontiMilu
Amilcare dopo essersi divertito con i due nuovi acquisti, li lasciò ai dipendenti perché li usassero per gli scopi per cui li aveva presi. Latrina e Cesso sarebbero stati usati da tutti come il nome che portavano e sarebbero stati anche usati per sfogare tutti gli istinti animali che potessero avere. Inoltre aveva deciso per Latrina una bella dieta per renderla ancor più appetibile. Avrebbe poi sfruttato le sue tette per divertirsi. Voleva prenderle a calci, ma non era ancora il momento. Il pomeriggio sarebbe stato dedicato a Jennifer. Aveva promesso alla sua cricca di portarla in modo che tutti potessero divertirsi. Alcuni erano peggio di lui. Sogghignò fra sé.
Prese quindi Jennifer e lasciò Carla con Dingo che poverino doveva divertirsi un po’, e i due nuovi acquisti ai dipendenti. Michele e Giovanni erano di riposo. Marco tornò al lavoro.
La fece salire nel baule posteriore del suo SUV e si avviò verso la meta, che era un vecchio capannone che lui e i suoi amici avevano riadattato, facendone una specie di arena dove al centro ogni volta c’era una schiava o uno schiavo con cui ognuno si poteva divertire. Il primo che si era prenotato era stato un vecchio amico di Amilcare, un medico, molto sadico. Amilcare pregustava già i dolori che avrebbe subito quella cagna che aveva dietro.
Arrivati scesero, con lei bellissima, con quegli occhioni turchesi e i capelli neri raccolti a coda di cavallo, che camminava carponi con il suo bel sedere tondo e tornito come la Pietà di ...
... Michelangelo. Il suo bellissimo e prorompente seno di 23enne sodo incorniciava quel fisico che faceva fischiare ogni maschio. Entrarono in quel posto buio, Jennifer non capiva dove fossero, era solo freddo. Camminarono un po’ ancora e si accesero i fari. Vide una specie di arena con lei e Amilcare al centro e una ventina di uomini ad attendere. Tutti con il viso coperto come da un passamontagna. Anche Amilcare lo aveva indossato, ma poi parlò e disse:
<!-- [if !supportLists]-->–<!--[endif]-->Eccovi la preda. Eccovi la schiava. Divertiamoci. Il primo sei tu Medico.
Questi scese, arrivò. Era forse un metro e sessantacinque, tarchiato, anziano, sui settanta anni. Occhi cattivi. Mani nodose e forti. Da medico. Ma di quelli che aggiustano le ossa. Si avvicinò ai due, guardò Jennifer e le diede un bello schiaffo di benvenuto. Lei sentì la guancia arrossarsi e bruciare, ma non disse niente, anche se una lacrima comparve negli occhi. Quelle mani nodose la presero da sotto le ascelle e la sollevarono appoggiandola sulla schiena a una tavola di marmo dura e fredda. Poi le mani di Amilcare e dell’altro la legarono in modo tale che non potesse muovere né le braccia né le gambe che erano aperte. Il Medico si avvicinò, la guardò e sorrise in modo cattivo, prese uno strofinaccio e glielo mise in bocca che chiuse con del nastro. Poi prese da una borsa degli anelli e degli aghi, si avvicinò al suo capezzolo destro, lo prese, lo strinse e con un colpo secco entrò con l’ago. Jennifer urlò ...