1. Io, mia moglie, il dio greco e la trans


    Data: 17/06/2018, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: diklover, Fonte: Annunci69

    ... spingere. La mia fica era aperta e dilatata, ma ci mise un po' ad adattarsi a quelle dimensioni. Per fortuna che l’aveva lubrificata bene perché non avevo quasi più umori vaginali dopo la nottata con Manuel. Spinse a fondo e mi sentii piena di cazzo. Si muoveva con dolcezza affondando piano il cazzo. Io lo sentivo premere contro l’utero e ci misi un po' eccitarmi, poi però presi a seguire il suo ritmo e a gemere di piacere.
    
    «Scopami troia! Scopami con il tuo cazzone fino in fondo!». Iniziai a urlare.
    
    Poco dopo un orgasmo lento mi fece tremare e urlare per qualche minuto. Venni senza quasi squirtare e quando sfilò il suo cazzo da dentro di me mi sentii vuota come non mai. Poi mi distesi supina sul letto con le gambe divaricate e la fica aperta come il Mar Rosso al passaggio di Mosè. Vidi che lei si stava segando e le chiesi come potevo farla godere, visto che non era venuta.
    
    «Vuoi veramente farmi godere?». Domandò Lucrezia.
    
    «Sì, certo! Voglia che anche tu abbia la tua buona parte di piacere».
    
    Aprì un cassetto e tirò fuori uno strano attrezzo fatto di cinghie con attaccato un fallo di gomma. Me lo fece passare tra le gambe e me lo strinse stretto in vita. Mi ritrovai così ad avere tra le gambe un cazzo di gomma dura, un poco più piccolo del suo. «Che bella pensata! Potrei usarlo con mio marito, se lui volesse». Fu la prima cosa che mi venne in mente.
    
    «All’interno ha una leggera sporgenza che tocca sul clitoride, così a ogni spinta che dai proverai piacere ...
    ... anche tu».
    
    Spalmò la sua crema ben bene sul mio cazzo di gomma, poi si chinò e si lubrificò a lungo tra le chiappe. Mi fece uno strano effetto starmene lì in piedi mentre ungeva il mio cazzo, quasi mi facesse una sega. Potevo solo intuire cosa provano i maschi con un cazzo duro tra le gambe, e mi dava una sensazione di potere. Lucrezia si distese supina sul letto con un cuscino sotto le natiche e mi fece cenno di avvinarmi. Mise i piedi sulle mie spalle e m’implorò di scoparla brutalmente.
    
    «Non è meglio alla pecorina?». Domandai io.
    
    «No, cominciamo così. Voglio sentirlo fino in fondo. Alla pecorina mi ci metterò quando sentirò che sto per venire, ma tu continua a sbattermi forte».
    
    La ragazza con il pisellone sapeva quello che voleva, non c’è che dire. Entrare dentro di lei non fu difficile, poi presi a scoparla come un maschio vero. Era vero che ogni spinta mi stuzzicava il clitoride, e mi piaceva da matti.
    
    «Fino in fondo Mara! Sculacciami e sbattimelo fino in fondo!».
    
    Mi chiamava per nome, forse non stava ancora godendo appieno. Così a mano aperta presi a schiaffeggiarle le natiche aumentando il ritmo e l’intensità dei colpi.
    
    «Ohm, così mi piace! Brutta troia! Sbattimi bene e aprimi il culo!».
    
    Mi stavo eccitando anch’io e iniziai e parlarle come se fossi stata un vero maschio.
    
    «Prendi troia! Prendilo tutto! Lo so che ti piace farti rompere il culo!».
    
    «Sì, sì! Mi piace tanto! Continua così, non smettere di spingere!».
    
    Continuammo così per non so ...
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