1. Io, mia moglie, il dio greco e la trans


    Data: 17/06/2018, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: diklover, Fonte: Annunci69

    ... anche i peli del culo, e le sue natiche era lisce come quelle di un bambino. Non seppi resistere e le mordicchiai dolcemente. Lui sorrise e mi porse una tazzina di caffè.
    
    «Hai fatto faville stanotte con Manuel, urlavate come assatanati. E a giudicare dal biglietto che ha lasciato sembra che cupido abbia scagliato le sue frecce».
    
    Io non riuscii a trattenere un sorriso aperto e radioso.
    
    «Devo dedurre che sappia scopare bene, voglio che mi racconti tutto».
    
    «Dire che scopa come un dio è molto riduttivo e non rende l’idea. E poi è bellissimo. Il resto te lo racconto dopo, prometto. Adesso devo chiederti un’altra cosa».
    
    Piergiorgio mi guardò con stupore e forse un po' d’ansia. Feci un lungo respiro e iniziai a parlare.
    
    «Lucrezia si è svegliata con l’uccello in tiro e ha provato a infilarlo tra le mie cosce. Io non voglio ferirti e tanto meno mancare al nostro accordo, ma se…».
    
    Piergiorgio mi fermò e mi prese la testa tra le mani.
    
    «Ehi, ehi! Fermati! L’accordo è di non ferirci e di non farci del male, ma io non sono geloso, anzi un po' ci speravo. Il punto è cosa vuoi fare tu». Mio marito è proprio una persona intelligente e sensibile, pieno di attenzioni per me.
    
    «La tentazione di fare l’amore con un uomo/donna è tanta, e anche la voglia di provare il suo bel pisellone, ma non voglio ferirti in alcun modo».
    
    Lui mi baciò sulla bocca e mi carezzò le guance.
    
    «Tranquilla, rilassati, non farti problemi per me. Io però resto qua, mi fa ancora male il ...
    ... culo per ieri notte. Lucrezia stantuffa come un toro, altro che trans!».
    
    Si fermò un attimo a pensare poi sorrise e continuò.
    
    «Povero Manuel, si troverà con un cornetto in testa già dal primo giorno».
    
    Ci mettemmo a ridere insieme poi tornai in camera da Lucrezia. Lei era distesa sul letto, aveva unito a cerchio il dito indice e il pollice e si tirava su e giù la pelle dal prepuzio, nascondendo e liberando la cappella. Mi avvicinai, tolsi la sua mano e continuai il suo giochetto con la mia.
    
    «Puoi afferrarlo tutto, il mio era solo un trucco per tenerlo duro per te. Ma tu puoi giocarci come meglio ti piace.».
    
    Mi pareva strano vedere una bella ragazza, anche se con il seno gonfiato, con un cazzo grande come quello di antiche sculture falliche. Iniziai a leccarle la cappella, poi a succhiarlo, ma mi accorsi che prenderlo tutto in bocca era un problema perché mi soffocava. Mi fece mettere a pancia in giù e sbatté più volte il palo di carne tra le mie chiappe. «Oddio! Mica penserà di sfondarmi il culo con quel bestione!». La mia ansia svanì presto, perché mi fece alzare il bacino e prese a frizionarmi la fica con sapienza. Poi la sentii armeggiare con qualcosa e tornò a frizionare la mia passera con una pomata lubrificante. La unse perbene, poi la spalmò a lungo sul gran cazzo. Quando percepii la sua cappella farsi strada nella mia vagina ebbi un sussulto. Lei mi carezzò il collo e mi disse di stare rilassata. Si chinò per stringermi le tette e lentamente iniziò a ...
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