1. Una mano in aiuto – seconda parte


    Data: 22/03/2022, Categorie: Racconti Erotici, Etero Incesti Autore: enea, Fonte: RaccontiMilu

    ... se…mi spiego…” – dissi con voce suadente
    
    “Non ti sembra di essere un po’ cresciutello per queste cose?” – rispose scimmiottando, facendo finta di non aver afferrato quanto c’era di sottinteso nelle mie parole.
    
    Raggiunto un lato del letto allungai una mano per sfiorarla. Sapeva quali fossero le mie intenzioni, sapeva quali e quanti sottintesi la mia ultima frase contenesse e non poteva più fingere. Mi afferrò il polso con forza e guardandomi seria, dritto negli occhi, mi disse: “Carlo, adesso basta! Avevamo fatto un patto, ricordi? Ti avrei aiutato finchè non saresti stato capace di badare a te stesso. Adesso esci immediatamente da qui!”
    
    “Ma io non posso più fare a meno di te!” – esclamai protestando
    
    La sua mano lasciò il polso per andare a coprire insieme all’altra il suo viso. La voce severa aveva ceduto il passo a quella della disperazione: “Carlo, ti prego! …ti imploro! E’ sbagliato, Carlo…quello che abbiamo fatto è sbagliato…come fai a non capire? Io…io sono tua madre!”
    
    Quelle ultime parole mi fecero perdere la testa.
    
    “MIA MADRE UN CAZZO!” – urlai con rabbia.
    
    Lea saltò in aria, scossa dalla violenza e dal tono delle mie parole. Mi guardò impaurita.
    
    Era la prima volta che urlavo con Lea, deciso a strapparle di dosso per sempre quel velo di ipocrisia che si ostinava a mettere tra me e lei: – “Mia madre è scappata via col primo stronzo che ha trovato! E sai perchè? Perchè quel coglione di tuo marito, mio padre, non pensa altro che al lavoro ...
    ... piuttosto che fare il suo stracazzo di dovere di marito e di padre! Lui pensa che i soldi possano risolvere tutto, che con i soldi può comprarsi il mio affetto. E adesso sta facendo esattamente la stessa cosa con te! Ti tiene in una vetrinetta come un trofeo, ignorando quello di cui hai realmente bisogno!”
    
    “Carlo…ti prego…smettila…” – tornò a coprirsi il viso con le mani cercando di fuggire almeno con lo sguardo dalla realtà che le stavo sbattendo davanti
    
    Le strappai le mani dal viso afferrandole i polsi e scuotendola con forza
    
    “Guardami!” – urlai
    
    I suoi occhi erano gonfi di lacrime, il suo sguardo basso…pochi attimi ancora e non avrebbe più ascoltato le mie parole.
    
    “Sono i soldi? Uno pseudofiglio da usare come se fosse un bambolotto? Hai bisogno di recitare la parte della dolce mammina per non pensare quanto triste sia il modo con cui quello stronzo di mio padre ti tratta? E’ davvero quello di cui hai bisogno? …TI HO DETTO DI GUARDARMI, CAZZO!” – la scossi ancora una volta agitando i suoi polsi e con loro tutto il resto del suo corpo.
    
    Finalmente i suoi occhi incontrarono i miei.
    
    “Lea, tu sei una donna fantastica e ti meriti un uomo che ti prenda e ti…” – presi un respiro, deciso a schiaffarle in faccia tutta la verità “…che ti tratti con dignità, che ti faccia sentire donna, che…” – avevo deciso di porre fine ai giri di parole – “…ti scopi! Che ti prenda e ti sbatta con forza e ti faccia godere fino allo sfinimento, esattamente come hai fatto tu con me questi ...