Una mano in aiuto – seconda parte
Data: 22/03/2022,
Categorie:
Racconti Erotici,
Etero
Incesti
Autore: enea, Fonte: RaccontiMilu
Note dell’autore: prosegue il racconto di fantasia tra la mamma e il figlio adottivo infortunato. Per idee, critiche, suggerimenti, fantasie scrivete via mail a raccontidienea (chiocciola) gmail.com o contattatemi su twitter all’account @raccontidienea
N.B. I protagonisti del racconto si intendono adulti e consenzienti
Tentai di alzarmi ma una forte fitta di dolore alla schiena impedì di proseguire.
“Shhh…non sforzarti…credo che per qualche giorno dovrai rimanere a letto…” – disse carezzandomi il volto
“Lea…cos’è successo?” – provai a incalzare
“Eri in bagno, ti sei sentito male e…” – Lea continuava ad essere vaga.
Volevo capire se avevo sognato o se quello che avevo provato prima di svenire era successo veramente: “Lea…ti prego…io…io…”
Guardandomi negli occhi aveva capito che era inutile girarci intorno, sarebbe stato impossibile fingere che non fosse accaduto nulla.
E così, preso un bel respiro, iniziò a parlare.
“Mi hai chiesto di lavarti…e poi…poi..” – la sua voce si era improvvisamente fatta roca – “…poi ti sei eccitato…ed io…beh…io ho pensato che…”
Chiuse gli occhi e dopo essersi morsa le labbra continuo:
“Dio! …io…io credevo in quel momento che ne avessi bisogno…che fosse la cosa più giusta da fare…ma non…non avrei dovuto…capisci?”
I suoi occhi nocciola tornarono a fissarmi: “Insomma, tu sei…e poi tuo padre…e io…”.
Non era stato un sogno.
Lea cominciò a parlare come un fiume in piena, raccontandomi del disastro lasciato in ...
... bagno, di come era riuscita a trovare la forza di trascinarmi sul letto. La mia mente intanto era tornata all’istante in cui esplodevo di piacere sotto il morbido tocco delle sue mani.
“…CARLO!”
Ancora una volta la sua voce mi riportava alla realtà, ancora una volta una possente erezione si stagliava davanti ai suoi occhi.
“…Lea…io…” – il mio sguardo supplichevole valeva più di mille parole
“…Carlo…ok…ho capito…non puoi farne a meno…e ne hai bisogno…lo so…ma…ti prego: è un segreto che deve restare tra noi!”
Poi, rassegnata, era tornata ad afferrare il mio cazzo e a menarlo mentre il silenzio scendeva nella stanza.
Questa volta Lea non provava imbarazzo: il suo sguardo era fisso sulla mia erezione mentre la sua mano scorreva su e giù sulla mia pelle.
Tornai a immaginarla posseduta con forza, infilzata dal mio poderoso cazzo in mille posizioni.
Poi arrivò l’orgasmo. I miei gemiti riempivano la stanza, la mia sborra era schizzata sulle coperte, sul mio petto, sulle sue dita. L’espressione di Lea era improvvisamente diventata seria. Mi allungò nervosamente la scatola di fazzoletti che si trovavano sul comodino poi, alzatasi di scatto aveva guadagnato velocemente la porta.
Passarono diversi minuti di silenzio.
Poi dei suoni strani…sembravano singhiozzi. Stava forse piangendo pentita di quanto aveva fatto?
Chiusi gli occhi per riposare.
Dopo un tempo indefinito la voce di Lea tornò a svegliarmi: “Oddio! Sei ancora così?” Lea era ricomparsa sulla ...