Una moglie per bene nell’abisso della completa sottomissione (20)
Data: 22/03/2022,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69
MIA
“Devi entrare da sola – mi disse consegnandomi un biglietto che gli era stato dato da Jamaal – e quando sarai dentro, leggi questo e fai quello che c’è scritto. Solo dentro.”
Non ero mai entrata in un cinema a luci rosse, ho sempre ritenuto che fosse sporco e squallido e questo non era da meno. Anzi lo squallore andava oltre la mia immaginazione.
Mi sentivo morire, ero vestita da troia ed ero entrata da sola in un cinema porno. Non so neanche io perché mai non mi ribellai, ma quello doveva essere il minimo dopo tutto quello che avevo passato fino ad allora. In fondo mi resi conto di non poterlo più fare. Guardai il biglietto tra le dita, avrei voluto leggerlo, ma mi era stato detto di farlo all’interno del locale, dovetti resistere.
Prima di entrare nel buio della sala lessi il biglietto. Poi lo rilessi e rilessi ancora e ancora. Non potevo credere a quello che c’era scritto: “E’ la sera del tuo esordio se non l’avessi ancora capito da questo momento non sei solo la mia schiava, ma anche la mia puttana. Vatti a sedere nella parte opposta dell’ingresso e aspetta. Arriverà un ragazzo di colore e non opporre resistenza a qualunque cosa ti farà”.
La paura, anzi il terrore e la vergogna mi presero e iniziai a tremare come una foglia.
Pensai con angoscia a dove mi ero lasciata trascinare. Eppure mi sarebbe bastato un niente prima e forse ancora allora quel niente avrebbe fatto fermare tutto: sarei potuta tornare sui miei passi e dire basta, dire a Jamaal e ...
... a Gaston che non ci sarei stata più, che me ne sarei tornata a casa. Poi in Italia avremmo potuto anche far ragionare Cosimo e, con un po’ di pazienza e buona volontà, saremmo potuti tornare alla normalità. Era inammissibile che io potessi fare quanto mi chiedevano. Eppure fino a quel momento lo avevo fatto, mi ero concessa a momenti molto più spinti e laidi di quello che mi si chiedeva in quel momento. Ero certa di aver già superato il limite massimo.
La mia mente fu presa da mille pensieri, da mille sensazioni. La ragione mi diceva di lasciar perdere tutto ma le sensazioni finora provate erano incredibili, assurde, emozionanti.
L’uomo dei biglietti lasciò il suo posto e mi spinse verso l’entrata. Come un vecchio cinema una tenda di velluto pesante, un piccolo spazio e un’altra tenda. “Non sono mai entrata da sola in un cinema porno per giunta vestita in questo modo” provai timidamente a ribellarmi. “E’ vero, decisamente quell’abito è eccessivo, toglitelo!” mi ordinò imperiosamente. Quell’uomo a me sconosciuto mi aveva dato un ordine e io non mi ribellavo, non ci riuscivo, sentivo solo che dovevo obbedire anche a lui. Non riuscivo a dire una parola e, ancora una volta incapace di reagire, come un automa, tremando sfilai l’abito. Mi guardai nell’ombra e sprofondai nella vergogna più cupa, completamente nuda in calze e reggicalze con il corpo segnato da quei tatuaggi. Il collare di metallo saldato al collo e il piercing sui capezzoli. Cos’ero diventata. “Jamaal non si ...