Cartomanzia – 9a parte – Il prezzo delle alleanze e quello degli incontri
Data: 14/06/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Incesti
Autore: Zorrogatto, Fonte: RaccontiMilu
(Riprendo la ripubblicazione del racconto: per chi avesse… perso il filo, suggerisco di rileggere i capitoli precedenti. Ad ogni modo, per contattarmi zorrogattoge@yahoo.it)
Era stata una lunga trattativa: lei aveva esposto la sua idea -in modo assolutamente grezzo, molto schematica!- ed il santone l’aveva aiutata a perfezionarla, limarla, ottimizzarla, renderla suggestivamente praticabile. Alla fine Barbara era soddisfatta dell’accordo, nonostante il “pagamento” che aveva dovuto concedere all’uomo ed era convinta che ne valesse la pena. Ripensò con un brivido a cosa aveva dovuto fare per assicurarsi la collaborazione dell’uomo: nonostante sia sempre molto sicura di sé (qualcuno arrivava a definirla perfino ‘arrogante’, figuriamoci!) ed il fatto che stesse cautamente in guardia contro gli eventuali trucchetti dell’uomo, ad un certo punto della sua visita si era ritrovata esausta, con i muscoli delle cosce indolenziti e nuda, seduta sulla poltroncina di fronte al santone, che la contemplava con uno sguardo decisamente divertito. Lo aveva tacitamente interrogato con uno sguardo denso di domande e lui, senza dire una parola, le aveva porto una piccola telecamera digitale, indicandole il display, mentre lei rammentava alcune considerazioni che Dido aveva fatto su lei, assicurandole che neanche la sua forte personalità avrebbe potuta metterla al riparo delle sua capacità, ma che anzi, sarebbe stato ancora più divertente piegare la sua volontà per farle compiere azioni ...
... estremamente umilianti, come e forse ancor di più della sua rivale; lei aveva riso, mostrando una sicurezza che però, nella sua mente, era leggermente incrinata. Poi… poi avevano continuato a parlare, affinando sempre più l’idea e lei era finalmente soddisfatta del risultato della discussione fino a che… fino a che Dido le aveva detto di osservare attentamente uno strano ninnolo e poi… e poi si era trovata lì, nuda e con le cosce intorpidite. Barbara, con orrore crescente, aveva guardato nel display ed aveva visto se stessa, nuda a parte due lunghe, ridicole penne infilate in un cerchietto sui capelli, che faceva il verso della gallina mentre, mani intrecciate sulle reni, becchettava chicchi di granturco che qualcuno, fuori inquadratura, gettava sul selciato del vicolo e lei che si abbassava a becchettarli… a raccoglierli con le labbra, piegandosi fino toccarsi il tronco con le cosce e con i seni che dondolavano oscenamente ed oscenamente il suo culo si divaricava, piegandosi, mostrando impudicamente i suoi orifizi. L’ultima inquadratura, dopo cinque minuti di umiliante esposizione del suo corpo nel vicolo -e con sguardi tra il divertito e l’intrigato dei rari passanti- era un primo piano di lei, con la punta del naso ed il mento anneriti dallo strisciare sul selciato ed il rossetto (che aveva appena ‘rinfrescato’, prima di entrare nell’antro di Dido!) tutto sbaffato intorno alle labbra e sulle guance e lei che dopo aver coccodato piano, afferma «Io non sono l’aquila che credevo di ...