Fattezze rassicuranti
Data: 05/03/2022,
Categorie:
Etero
Trans
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
... incontri?”.
A dire il vero m’indigna e mi risente un po’ questa domanda, però io fingo di non udire e proseguo sussurrandoti in un orecchio:
“No, per nulla, al momento unicamente con te”.
Tu mi blocchi le mani, io ne approfitto per stringere sennonché le tue.
“Nadia è un bel nome, non trovi?”.
Io mi libero e t’abbraccio stampandoti un bacio sulla guancia, dato che capisco che qualcosa non va, perché riflettendoci un istante forse sono stata un po’ troppo frettolosa e superficiale, ciononostante non riesco ad allontanarmi. In quel preciso istante rintocca il campanello e il cane si precipita alla porta abbaiando, ti alzi e vai ad aprire, ti sento parlare con qualcuno e uscire. E’ come se mi svegliassi, perché un senso di panico mi pervade, così decido di rigovernare, di muovermi, poiché si stiano fuori per quasi dieci minuti, la mia ansia aumenta, finché decido d’andarmene. E’ stato tutto un errore, io sono un autentico malinteso, a tal punto percorro il corridoio e anziché andarmene mi soffermo su quella foto. La ragazza è bella, un vero incanto, ritratta su d’una spiaggia con un gran sorriso e due occhi deliziosi che ti conquistano, là di sotto c’è una dedica: “A te, affinché le tue mani non abbiano mai freddo. Al mio più grande amico”.
Io indugio ancora un poco, tardo, rallento di proposito, poi decido di fare un giro per la casa, vedo il disordine della camera da letto, i mobili vecchi che mi fanno impazzire, il bagno in perfetto ordine, ma lineare e ...
... spartano, una camera con i tuoi strumenti musicali, la stanza con il vino, una scala che porta al piano di sopra. Salgo, faccio una fatica enorme ad aprire la botola, però ne vale la pena: è una soffitta alta, in parte vuota e zeppa di cose ai quattro angoli, entra però una luce strana dalle due aperture circolari, il pavimento è pulito, fatto con i mattoni come una volta. Un fascio di sole corre centrale, io ho freddo ai piedi, mi tolgo le scarpe, i calzini e mi rannicchio in quello spazio, in mezzo al pavimento, avverto gli occhi farsi pesanti, quasi m’addormento, finché una voce mi scuote:
“Nadia”.
“Sono qua” – dico io balbettando.
“Che cosa ci fai lassù?” – ti sento ridere, poi vedo il tuo cespuglio di capelli spuntare dalla botola.
Io ti sorrido tutta acciambellata e con le mani sotto la testa come per fare da cuscino.
“Avevo freddo”.
Tu scuoti la testa e vieni a sederti accanto, incroci le gambe e mi guardi interessato, cerchi un po’ di conversazione parlando dei compagni di scuola, di chi è andato in seminario, di quello che adesso si è sputtanato e fa il commissario di polizia, di quelle due che hanno avuto a che fare con le sostanze stupefacenti, di chi è all’estero, chi non è più tra noi mortali, di chi ha aperto un grande emporio, della bella che ha sposato veramente uno pieno di soldi e passa ore e ore dallo psicanalista e tanti altri ancora del nostro giro che non rivediamo da parecchi anni. Io mi giro alla posizione di prima, ti guardo negli ...