1. Sorpresa al lavoro


    Data: 12/02/2022, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Mads19, Fonte: Annunci69

    ... arrivare a questo punto, ma ormai mi ci trovo costretto. Mi dispiace, credimi… -
    
    A queste parole i due vice mi si fecero incontro, minacciosi. Mi alzai di scatto dal divano, indietreggiando. - Fermi! Non vi permettete… - Le mie parole, com’era ovvio, furono del tutto inutili, e i due continuarono ad avvicinarsi; le loro intenzioni erano palesi.
    
    Sapevo benissimo di non avere via di scampo, ma l’istinto mi portò comunque a reagire: mi girai di colpo e cominciai a correre verso l’uscita. - Prendetela! - furono le ultime parole del capo che riuscii a distinguere.
    
    Riuscii appena a varcare la soglia, precipitandomi nell’aia antistante la casa… sarebbero stati più veloci di me comunque, figuriamoci quella volta, che portavo i tacchi alti! Fu un attimo: il primo mi abbrancò facendomi cadere violentemente a terra e bloccandomi col suo peso, il secondo arrivò subito dopo con le corde. A distanza di pochi minuti dalla riconquistata libertà, stavo già per essere legata di nuovo… Stavolta però furono ancora più energici, e per fare meglio il loro lavoro mi tolsero la giacca in modo da passarmi una corda anche intorno al busto, che tenesse più ferme le braccia. Anche le gambe mi furono legate, oltre che all’altezza delle caviglie, pure sopra le ginocchia. Mi era proprio impossibile muovermi: cercai anche di dimenarmi, mentre quei due stringevano i loro nodi… come se fosse servito a qualcosa!
    
    Ormai ero quasi rassegnata: purtroppo sapevo cosa mi aspettava, e non protestai ...
    ... nemmeno più di tanto. Però, quando tirarono fuori un fazzoletto, cercando di ficcarmelo in bocca, opposi un po’ di resistenza, serrando i denti più forte che potevo… e, in effetti, dovettero fare un po’ di fatica per farmela riaprire. Alla fine, però, la stanchezza ebbe la meglio su di me, e dovetti cedere: il fazzoletto mi fu spinto a forza dentro la bocca, e poi finirono di imbavagliarmi con una spessa striscia di stoffa che mi legarono stretta dietro la nuca.
    
    Mi sollevarono di peso, riportandomi dentro casa. Il capo mi guardò, con un sorriso beffardo: - Povera sciocca! Credevi davvero che ti avremmo lasciato scappare? Sai come si dice: il cliente ha sempre ragione… e quindi avrà quello che ha chiesto! Anzi, meglio ancora: sapendo che con te saremmo dovuti ricorrere alle “cattive”, gli avevo detto che ti avrebbe ricevuto in “confezione regalo”… -
    
    Confezione regalo? Che voleva dire? Mi ci volle poco per saperlo: in un angolo della stanza vidi un robusto scatolone di cartone, e capii che sarebbe stato il mio nuovo alloggio per le prossime ore. E infatti mi posarono lì dentro, abbastanza delicatamente, per fortuna, e poi chiusero il coperchio, lasciandomi completamente al buio. Scommetto che la scatola fu avvolta con un grosso foglio di carta da regali e adornata con qualche nastro o coccarda… Ormai non potevo fare altro che rassegnarmi: ero diventata a tutti gli effetti un regalo per il “boss”… quel porco di un russo!
    
    Nonostante fossi chiusa nella scatola potevo sentire ...
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