1. Vecchio puttanone tunisino


    Data: 07/02/2022, Categorie: Maturo Autore: datteroblu, Fonte: xHamster

    ... fottiamo, lui guarda e se lo mena!” , Ci diedi dentro con foga, mentre entrambi mi incitavano, lui ripetitivo, con voce roca ed eccitata (“Vai, vai, ficca”), lei quasi ridendo, ma con preziosi consigli (“ tiralo indietro piano e poi sbattilo dentro forte”) Dopo un poco l’uomo poi ci chiese di cambiare posizione. La troia si inginocchiò per farsi prendere alla pecorina, Il monumentale culo era uno spettacolo, la vecchia si deterse ancora la patonza e ricominciammo a fottere. Gli s**tti fotografici ripresero, stavolta accompagnate dall’ansimare del vecchio che continuava a masturbarsi. Io ero in piena estasi da libidine acuta e svangavo la signora Amina con foga e intensità. Quel culone vivo e tremolante mi eccitava da morire, le puntai un dito sull’ano e ogni volta che lei rinculava, accompagnando la mia spinta, si sorbiva il pistone nella vulva e il dito fin dentro il culo che, a giudicare dalla pressione che ci metteva, non sembrava disprezzare. “Culo magico…” mormorai, ma la troia fermò sul nascere i miei progetti: “Giovanotto, il cazzo no, il dito va bene, ma il cazzo nel culo no…”. Quale fosse la ragione, cedetti. “Ok. Peccato”. Per consolarmi aggiunse, sempre con il suo tono sornione, “Magari un’altra volta, magari ti inculerai la zia” Detta così, sembrava una profezia. Non sapevo che dieci anni dopo si sarebbe avverata. Il vecchio era ...
    ... sudato, come noi. Ci chiese di fargli posto. Dapprima non compresi, ma sua moglie sapeva cosa intendeva. Allargò le gambe, mentre l’uomo si stendeva. Voleva guardare da molto vicino e la sua testa adesso era sotto i nostri sessi. Le mie palle quasi sfregavano sul suo mento. Sentivo il suo alito caldo e ansimante,, ma non dava troppo fastidio e po: contento lui… Continuai a sbattere la signora sino a che raggiunsi l’orgasmo. Un fiotto lungo, prolungato che mi lascìò quasi senza forze.
    
    Venti minuti dopo, sul tavolo della cucina, esaminai le foto. Alcune erano buone. Con un pennarello, il vecchio mi censurava lo sguardo. Una idea che avrei ripreso tempo dopo per le mie foto.
    
    Non so dove siano finite quelle immagini, l’uomo mi disse che le avrebbe smerciate fuori Italia. Sul comodino c’erano delle riviste e in una di esse il titolo era chiaro: “Inzest”, in tedesco, e la copertina era altrettanto eloquente, una donna formosa abbracciava un bambino. Ma non ero scandalizzato. Non pagai nulla, almeno quella volta, perché ci furono altre volte. Per tutti gli anni dell’università, la signora Amina fu il mio sfogo fisico più ricorrente. Mi fece comprendere i segreti e le delizie del sesso con signore mature, e questo mi aiutò molto quando qualche anno dopo riuscì a farmi una tranquilla casalinga, madre di un collega, e poi la mia adorata zietta. 
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