"un bull per mia moglie 7" (ovvero: un'avventura fantastica in villa, parte seconda)
Data: 04/02/2022,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: quartofederico, Fonte: Annunci69
... per la sala, con fare indifferente, ma ben consci di essere ormai fuori dai giochi attivi.
Silvio aveva, sicuramente, raccontato all'amico la serata trascorsa e ora l'artista si stava, di certo, proponendo.
Incrociai lo sguardo preoccupato di Mario; il mio non doveva essere da meno, poi fui io a prendere le redini in mano e, senza nessun permesso, mi avviai verso il terzetto, che era diventato quartetto.
E chi era il quarto? Il ginecologo, filosofo Tantra, massaggiatore Yoni.
Silvio, da lontano, cercava di tenere sotto controllo la situazione, ma vedendoci avvicinare ai quattro, ci venne incontro insieme a Rosetta.
Fu lui a presentarci al nuovo amico.
"Lui è Cristiano, detto anche Dottor Stranamore", che strinse prima la mano a Rosetta e poi le nostre.
Ma io l'avevo già visto! Sicuramente la sera precedente; era sicuramente tra gli invitati, ma perché mi era rimasta così impressa la sua fisionomia?
L'avvicinarsi, poi, di una donna al nostro gruppetto, mi fece accendere la lampadina: Era una delle coppie che stava giocando in uno dei salottini del prive', dove avevo sbirciato.
Se era la moglie, anch'essa non era niente male. Sotto i sessanta, ma ancora molto tonica e procace, non molto alta, forse meno di un metro e sessanta, ma che slanciava la sua figura con un tacco dodici, magnificamente portato.
Capelli biondi e viso carino, ben truccato, oltre le labbra, che esprimevano tanta sensualità, i suoi occhi chiari risplendevano su quel volto ...
... abbronzato. Completavano il quadro, un seno abbastanza prosperoso e un bel culetto sporgente che risaltava contro la stoffa della gonna. Si presentò da sola:
"Sono Gisella" disse, mettendosi al fianco di suo marito, che quasi sfigurava vicino a lei.
Difatti era meno alto di me e presentava un viso paffuto per niente aggraziato, due folte sopracciglia incolte ed una bocca con le labbra sottili e quasi invisibili.
Poteva avere una sessantina d'anni, ma, nonostante tutto, aveva un qualcosa che attirava, ammaliava.
Lia lo guardava a bocca aperta ed era tutta presa da un qualche discorso che, né io né Mario, avevamo avuto modo di seguire.
Il nostro arrivo dovette, in qualche modo, aver rotto l'incantesimo, per cui, mentre il pittore ritornava ai suoi quadri e il dottore con la moglie si misero a parlare con il direttore e la sposina, noi quattro riprendemmo la visita nella sala.
"Scusate, abbiamo interrotto qualcosa di interessante, che vi si stava raccontando?" chiesi alle donne.
Lia fece cenno di no con la testa, ma, di sicuro, al nocciolo del discorso il Dottor Stranamore non c'era ancora arrivato.
"Mi sa che qua ci vuole un supplemento d'indagine - dissi tra me e me - dovevo ricorrere al mio informatore".
L'interesse di mia moglie stava man mano scemando, per cui, presomi in disparte:
"Sono stanca, torniamo alla villa" esclamò in tono supplichevole.
Chiamai l'autista del minibus, che arrivò dopo poco, ed a noi si aggiunsero Anna e Mario.
Durante ...