"un bull per mia moglie 7" (ovvero: un'avventura fantastica in villa, parte seconda)
Data: 04/02/2022,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: quartofederico, Fonte: Annunci69
... rimisi a letto e cercai di riprendere sonno.
Ad occhi chiusi, cercai di far ordine nel mio cervello.
Avevo iniziato io con quella chat con il professore, che mi convinse sull'astinenza forzata, per poi continuare con il bull calabrese, che fece una corte spietata e spregiudicata a Lia, tanto da eccitarla e, in chat, prima la fece spogliare e poi masturbare, fino a farla venire. La conoscenza con Luigi in spiaggia fu la goccia che fece traboccare il vaso, passando dalle attenzioni in spiaggia, alla cena con loro da soli ed annessi incontri intriganti.
Ora c'era Silvio e, questa volta, avevo davvero paura che la situazione, a Lia, potesse sfuggir di mano.
I miei pensieri furono interrotti dallo stiracchiarsi della mia dolce metà, che mi comunicò, così, il suo risveglio.
"Buongiorno tesoro - mi disse - già sveglio, ma che ore sono?"
Erano le otto e mezza e, ancora assonnata, si alzò, cercò le sue pantofoline e scappò in bagno.
Al ritorno, mi trovò sempre a letto, che leggevo le ultime notizie postate sul cellulare.
"Ti va di scendere subito? O preferisci che ci facciamo portare la colazione in camera?" chiese.
Allungai la mano, presi la cornetta e, dopo aver consultato i vari numeri di telefono, composi quello del bar ed ordinai.
"Dormito bene?" chiesi, mentre, appoggiato sul gomito, la fissavo.
"Sì, come un ghiro; ero proprio stanca, anche se mi vergogno un po'..." e non finì la frase.
"E di cosa, di esserti lasciata andare? Di aver ...
... provato sensazioni mai provate? Già te l'ho detto ed ora te lo ripeto; voglio la tua felicità, il tuo benessere, e se godi tu, godo pure io. Ti prego non voglio ritornare più sull'argomento" la rimproverai
"Credi che non me ne sia accorta che soffrivi? Mi è sembrato di vederti anche, mordere le labbra dalla gelosia o, forse, dal dolore, perché non eri tu a scoparmi" rispose incazzata.
Era vero, dovevo cercare di esser più cauto e di celare meglio le mie emozioni.
"Ti va di dirmi cosa hai provato" aggiunsi, ma mentre lei pensava cosa rispondermi, il discreto bussare alla porta, frenò le nostre emozioni.
Era la cameriera del bar, la moglie del cuoco che, con un enorme vassoio in mano, varcò la soglia e, poggiatolo sul tavolo, ci augurò il buongiorno.
Tra le brioche ed i bricchi del latte e del caffè, c'era anche una rosa rossa ed un biglietto.
Rimasi di stucco!
Il mittente? Era chiaro, non poteva che essere il direttore. Comunque, finsi di non aver notato il bigliettino e, mentre lei si alzava per venire a sedersi, le porsi la rosa.
Là per là non disse nulla, poi, vedendo la busta, mi guardò con occhi che brillavano, ma si era bloccata.
"Leggila - le dissi porgendogliela - vedi che vuole!" in tono amareggiato.
Ancora una volta c'ero cascato, ma il bello di questo gioco era proprio la gelosia e mi resi conto della difficoltà di nasconderla.
La prese e, sfilato il foglio dalla busta, velocemente scorse lo scritto.
Non parlai più e, quando lei me lo ...