"un bull per mia moglie 7" (ovvero: un'avventura fantastica in villa, parte seconda)
Data: 04/02/2022,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: quartofederico, Fonte: Annunci69
... senti, vieni pure - quasi snobbandomi - Elisa è passata vero?" quasi a sottolineare quelli che erano i suoi progetti.
Il mio sì coincise con l'uscita dal bagno di Lia, che mi fece un gesto per sapere chi era.
"Ok, Silvio, fra poco saremo giù" e chiusi la comunicazione.
Fece in fretta, indossò un vestitino corto, senza slip e senza reggiseno.
Appena fuori Elisa:
"Ah, signora! Tenga, potrebbe tornarle comodo" porgendole un tubetto di crema che già conoscevamo. Una crema leggermente anestetizzante e lenitiva.
Fu sempre Elisa a controllare che non ci fosse nessuno nella hall e così, senza nemmeno bussare, entrammo nell'ufficio del direttore.
Altro che studio: era un appartamento vero e proprio. Una scrivania stile ottocento con una poltrona in pelle nera, che sembrava un trono e due sedie con schienale alto di identica fattura. Tra il terrazzino e la finestra, vi era un divano in pelle ed un tavolino mobile bar, molto ben assortito.
Sul lato opposto si aprivano due porte: sicuramente una doveva portare in bagno e l'altra in camera da letto.
Ci venne incontro e, con le braccia tese, accolse Lia e l'abbracciò. Mi fu rivolto un sorriso e, solo dopo che se l'era stretta e palpata, mi stese la mano.
"Benvenuti, stasera spero di offrirvi il meglio di me" disse con un tono di voce sensualissimo.
"Elisa è stata brava?" chiese a mia moglie, ribadendo le sue intenzioni. Ripresala tra le braccia, la baciò sulle sue labbra incurante della mia ...
... presenza.
Ero platealmente escluso da quelle effusioni, ma, felice ed eccitato, pensavo solo a come calarmi nel mio ruolo, cercando di far pesare la mia presenza il meno possibile.
"Servitevi pure - disse - Pochi minuti e torno" ed uscì dal suo studio.
L'attesa durò solo un paio di minuti! Lo sguardo interrogativo di mia moglie, mi stava forse suggerendo di andar via, ma non facemmo in tempo a scambiare una sola parola che la porta si riaprì e l'uomo rientrò.
Si sedette sul divano e attirò a sé Lia, che gli si sedette sulle gambe.
La mano destra cominciò a carezzarle una gamba, mentre l'altra sfiorava il suo seno, i suoi capezzoli.
"Brava, così mi piaci, spogliati lentamente" disse, facendola alzare dalle sue ginocchia.
C'era poco da togliere, per cui, anche se gradualmente, prima alzò il vestito fino al bacino mostrando la figa nuda, poi si fece scivolare le spalline mostrando anche le tette nude. Il vestito, avvoltolato sul ventre, fu fatto scivolare ai suoi piedi, rimanendo nuda e magnifica nella sua sensualità.
In un attimo di pudicizia, guardandomi, cercò di nascondere con una mano il pube e, con l'altro braccio, il petto. Invece di esser irritato, ero eccitato ed ammirato, mi sembrava la "Venere di Botticelli", ulteriormente aggraziata da quel pancino appena appena prominente.
Silvio si alzò e cingendola per i fianchi la guidò verso la camera da letto.
Li seguii con lo sguardo, poi senza attendere oltre, presi, da terra, il vestito e la borsa di Lia e li ...