Tempi travagliati – Capitolo 1 – Perdere (e trovare) lavoro
Data: 09/06/2018,
Categorie:
Erotici Racconti,
Sesso di Gruppo
Cuckold
Dominazione / BDSM
Tradimenti
Autore: Zorrogatto, Fonte: RaccontiMilu
... breve, Cate cominciò a lavorare per la Ditta (lei diceva “ditta”, ma si sentiva la maiuscola, nella sua voce!) ed io, oltre a curare la casa e cucinare, non mi arrendevo nella ricerca di un Lavoro (serio, con la maiuscola!) e, in attesa di questo, di qualche lavoretto molto volatile. Cominciavo ad essere conosciuto e a volte, se qualcuno aveva bisogno di un coloritore, un traslocatore o un ponteggiatore, mi chiamava. Avendo le spalle coperte dal regolare stipendio di Cate, finalmente potevo permettermi il lusso di rifiutare i lavori che fossero pagati quasi niente o in posti lontanissimi da dove vivo. Cate andava a lavorare sempre in modo elegantemente sexy e non aveva mai un orario preciso per rientrare. Al di là dell’aura sorridente che la circondava, spesso la sera mi diceva che era troppo stanca e mi mandava in bianco; ero tentato di protestare, di pretendere i miei diritti coniugali, ma non volevo rischiare di sentirmi dire che lei era stanca perché lavorava per mantenere tutta la famiglia, anche me!
Mia moglie è un donnino davvero grazioso: minutina, ma con un bel culetto, due tettini non esagerati (una terza) ed un pancino appena bombato dopo la gravidanza ed i capelli quasi neri contrastano deliziosamente con gli occhi grigi. Ha sempre avuto un certo stile per vestirsi, anche quando eravamo molto giovani e soldi non ne avevamo, ma –pur piccolina- aveva un portamento che anche un sacco di juta le starebbe bene. Aveva lavorato fino a quando non era restata incinta ...
... ed avevamo convenuto che, vista la sicurezza (sicurezza un par di balle, ma non potevamo saperlo!) del mio lavoro, lei si sarebbe dedicata alla casa ed al “cucciolo”. Ma poi, da quando aveva ricominciato a lavorare, aveva anche cominciato ad acquistare capi firmati ed a vestirsi in maniera davvero elegante, anche se mi lasciavano perplesso l’effetto vedo-nonvedo che avevano molti capi che indossava per andare a lavorare. Avevo provato a portare l’argomento di una nostra conversazione sul suo abbigliamento, ma partendo alla lontana: chiedendomi –retoricamente- quanto dovevano costare tutti quei capi firmati che sfoggiava… Mio tappò la bocca con una risolutezza che francamente non mi aspettavo e mi fece notare che prima di tutto aveva una certa cifra mensile che la Ditta le aveva destinato appositamente perché l’assistente di uno dei direttori potesse ben figurare e poi, comunque, spendeva anche dei SUOI soldi, guadagnati col SUO lavoro… Mi sentii avvilito, dalla sua virulenta reazione.
Le settimane stavano diventando a poco a poco mesi e cominciavo a considerare che ormai con Cate facevo l’amore raramente e sempre in modo… frettoloso, come se lo facesse controvoglia; avevo cominciato a pensare, con un certo turbamento, che i suoi orari così dilatati le concedessero la possibilità di vedere un altro uomo (Forse il suo capo? Un collega?) a discapito delle mie necessità. Ma poi, una sera, ci fu un cambiamento che ormai non mi aspettavo: tornò a casa facendo le fusa come una ...