Tempi travagliati – Capitolo 1 – Perdere (e trovare) lavoro
Data: 09/06/2018,
Categorie:
Erotici Racconti,
Sesso di Gruppo
Cuckold
Dominazione / BDSM
Tradimenti
Autore: Zorrogatto, Fonte: RaccontiMilu
(Ripropongo un mio racconto di anni fa)
Era stato un periodo travagliato. La crisi aveva portato molte aziende a chiudere o a ridurre il personale e quella dove lavoravo io aveva chiuso, di colpo; avevamo sì la sensazione che le cose non andassero troppo bene, ma poi di colpo, dalla sera alla mattina, la ditta era evaporata e spariti, durante una notte, erano anche gli essenziali macchinari che ci permettevano di avere, nonostante tutto, sempre una nostra rassicurante fetta di mercato. Così il venerdì sera ero il responsabile di una delle due linee di produzione ed il lunedì mattina ero disoccupato, davanti al capannone vuoto di quella che era la ditta che anch’io in fondo, col mio impegno e la mia capacità, avevo aiutato a prosperare. Sparito tutto: i macchinari, i documenti, i principali, perfino gli ultimi due stipendi e il nostro TFR… A casa, mia moglie Cate (Caterina, ma tutti la chiamano Cate!) ascoltò il mio racconto affranto: ero quasi sul punto di piangere, dalla rabbia e dalla frustrazione. Posò Alessandra nel suo lettino e poi mi si avvicinò, amorevole e mi rincuorò. Disse che Ale ormai era abbastanza grande e che quindi era giusto che anche lei si mettesse a cercare un’occupazione. La abbracciai e guardai Alessandra: una testolina di riccioli biondi su un esserino di diciotto mesi di età, la nostra ragione di vita. Comunque, pressati dalle rate del mutuo, dalle bollette e dalla necessità di mantenerci vivi, valutammo di cosa potevamo fare a meno, del tutto o ...
... in parte e subito vendemmo la vecchia utilitaria di Cate e la mia moto da enduro. Per fortuna avevamo qualche risparmio che ci permise di tirare avanti mentre cercavamo lavoro, qualunque lavoro, per continuare a combinare il pranzo con la cena. Anche sui “nostri momenti” pesavano le difficoltà del momento: il nostro sesso, prima gioioso, spensierato, con Cate che mi aveva concesso ogni parte di lei, poi diventò un angolo nel quale cercare di trovare una pausa alle giornate disperanti, una sorta di zattera da raggiungere per prendere un po’ di requie nella tempesta della vita, ma poi né io né lei avevamo più la testa, la concentrazione, per farlo con passione e quindi era diventata solo una cosa rituale, tra noi. Ogni tanto, tra un colloquio “Le faremo sapere” e l’invio dei curriculum all’universo mondo, trovavamo qualcosa da fare, sia Cate che io: pulizie, facchinaggi, prendersi cura di anziani o bambini, tagliare l’erba, riverniciare… cose così, giorno per giorno. Quando entrambi eravamo impegnati, per fortuna, potevamo parcheggiare Alessandra da mia suocera, che era felicissima di fare la nonna a tutti gli effetti. Una sera mia moglie tornò dall’ennesimo colloquio con una luce strana negli occhi e l’ombra di un sorrisetto sul viso. Avevo preparato la cena e lei, annusando golosa gli aromi nell’aria, annunciò: «Mhhh, che profumino! Dai, se è pronto andiamo a tavola che ho una fame esagerata!» Cominciammo a mangiare e notavo che moriva dalla voglia di raccontarmi qualcosa ...